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Sono moltissime le persone che giungono nel nostro Paese a causa di una guerra, di conflitti etnici, di persecuzioni di diversa natura per cercare rifugio e protezione. Ma coloro che chiedono asilo in Italia sono costretti a misurarsi con una organizzazione dello Stato, delle sue Istituzioni e dei suoi servizi carente sotto tutti i profili, particolarmente lenta, eccessivamente cavillosa e aggrovigliata in una spirale burocratica. Così la richiesta di asilo si rivela un vero e proprio percorso ad ostacoli e la possibilità anche solo di presentare la domanda è soggetta ad un itinerario particolarmente faticoso e afflittivo che viola i diritti umani.

Ma il Tribunale di Roma, con una recente sentenza, ha finalmente stabilito la necessità per la Questura di predisporre un'organizzazione adeguata che consenta di rispettare i termini di legge per la verbalizzazione della domanda di protezione internazionale e rispettare i diritti fondamentali dei richiedenti asilo garantendo loro un facile accesso alla procedura. La sentenza è arrivata a seguito del reclamo presentato dall’Associazione A Buon Diritto Onlus che ha seguito e tutelato la vicenda di un cittadino gambiano. Approfondisci

Valentina Ceccarelli

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