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Presentato a Roma il 15 giugno il position paper “Gli scenari evolutivi delle materie prime critiche e il riciclo dei prodotti tecnologici come leva strategica per ridurre i rischi di approvvigionamento per l’Italia”.

Dallo studio emerge come il rafforzamento di raccolta e riciclo dei rifiuti elettrici ed elettronici (RAEE) sia necessario e conveniente per ridurre le incertezze della fornitura di materie prime critiche (MPC) essenziali per il nostro sistema produttivo, con un vantaggio economico di 14 milioni di euro oltre ai vantaggi ambientali legati alla riduzione delle emissioni di oltre 1 milione di tonnellate di CO2.

In Italia nel 2021 solo il 39,4% dei RAEE è stato riciclato correttamente, una percentuale ancora molto lontana dal target europeo da raggiungere del 65%. Secondo l’analisi se il nostro Paese si allineasse nel riciclo ai best performer europei si potrebbero recuperare circa 7,6 mila tonnellate di materie prime critiche.

Dal report viene evidenziato come il sistema produttivo italiano abbia bisogno della materie prime critiche, in particolare per lo sviluppo di settori strategici quali le energie rinnovabili, la mobilità elettrica, la difesa e l’aerospazio e le tecnologie digitali.

In Unione Europea esiste la produzione interna di alcune materie prime critiche ma nella maggior parte dei casi l’UE dipende dalle importazioni da Paesi terzi.

Per cercare di limitare i rischi legati a questi approvvigionamenti e rafforzare la propria autonomia strategica, la Commissione Europea ha lanciato nel 2020 il Piano di azione per le materie prime critiche i cui assi strategici sono principalmente:

  • ridurre la dipendenza dalle materie prime critiche prime tramite l’uso circolare delle risorse, i prodotti sostenibili e l’innovazione, anche con il lancio di specifici progetti di ricerca e innovazione;
  • rafforzare l’approvvigionamento interno di materie prime critiche nell’Unione Europea;
  • diversificare l’approvvigionamento dai Paesi terzi.

Lo studio
Il comunicato stampa

Martina Lalli

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