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Il tema dell’economia circolare non dovrebbe essere avvolto nel mistero. Eppure non se ne discute ancora diffusamente. Ciò stupisce ancor di più se si pensa, dati alla mano, che il nostro paese è in pole position nelle classifiche europee dell’indice complessivo di circolarità, ovvero il valore attribuito secondo il grado di uso efficiente delle risorse.
Sull’argomento si è tenuta, il primo marzo scorso, la Conferenza Nazionale sull’Economia Circolare 2019. L’incontro è stato organizzato dal Circular Economy Network (rete promossa dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile e 13 aziende e associazioni di impresa) e da ENEA –l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile. All’esito di quanto discusso, è stato prodotto il primo Rapporto nazionale sull’economia circolare in Italia 2019.


Ma partiamo dalla definizione di economia circolare. Con essa si intende un modello per cui i prodotti sono progettati per essere riutilizzati, rigenerati e riciclati. Questo perché Il mondo moderno ha aumentato il consumo di risorse naturali in modo esponenziale. C’è necessità dunque di fare un uso più sapiente di ciò che “togliamo alla terra”.
Per mirare verso traguardi più importanti e dare seguito concreto all’idea di circolarità, sono richiesti maggiori sforzi. La Conferenza Nazionale sull’Economia Circolare 2019 individua un vero e proprio decalogo di proposte:
1 diffondere e arricchire la visione, le conoscenze, la ricerca e le buone pratiche dell’economia
circolare, tra cui, il risparmio e l’uso più efficiente delle materie prime e dell’energia;
2 implementare una strategia nazionale e un piano d’azione per l’economia circolare, con un
ampio processo di partecipazione che coinvolga tutti gli stakeholder interessati;
3 migliorare l’utilizzo degli strumenti economici per l’economia circolare attraverso la
responsabilità estesa dei produttori per il ciclo di vita dei prodotti e quella condivisa dei diversi
soggetti coinvolti nel consumo;
4 promuovere la bioeconomia rigenerativa, intesa come valorizzazione del capitale naturale che
alimenti le filiere innovative dei biomateriali e la restituzione di sostanza organica ai suoli e la
produzione di energie rinnovabili;
5 estendere l’economia circolare negli acquisti pubblici con l’utilizzo dei Green Public Procurement
(GPP);
6 promuovere l’iniziativa delle città per l’economia circolare puntando sul rilancio della qualità
delle città con programmi integrati di rigenerazione urbana, secondo il modello europeo delle
green city;
7 realizzare un rapido ed efficace recepimento del nuovo pacchetto di direttive europee per i
rifiuti e l’economia circolare;
8 disporre una efficace e tempestiva regolazione della cessazione della qualifica di rifiuto dopo un
adeguato trattamento;
9 assicurare le infrastrutture necessarie per l’economia circolare;
10 estendere l’economia circolare anche al commercio online.

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Edoardo Rinaldi

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