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In Italia la vera emergenza sanitaria non riguarda tanto la qualità delle cure, quanto la possibilità concreta di accedervi. Nonostante inizino a vedersi i primi effetti delle riforme in atto – dal contenimento dei tempi di attesa al rafforzamento dell’assistenza territoriale, dall’aggiornamento dei Lea all’estensione degli screening e del calendario vaccinale – persistono criticità profonde. Liste d’attesa ancora troppo lunghe, carenza di personale e forti disuguaglianze territoriali continuano infatti a compromettere l’effettivo esercizio del diritto alla salute.

È questo il quadro che emerge dai Rapporti presentati oggi da Cittadinanzattiva – il Rapporto civico sulla salute e il Rapporto sulle politiche della cronicità – nel corso dell’evento “L’incomprimibile diritto alla salute. Riforme in corso, bisogni in attesa”, svoltosi presso il Ministero della Salute.

«Il Servizio sanitario nazionale resta il principale strumento per contrastare le disuguaglianze e garantire la salute come diritto universale. Vogliamo riportare la sanità e la costruzione della salute pubblica al centro di un dibattito che veda i cittadini protagonisti, con i loro diritti ma anche con le loro responsabilità. Alla rassegnazione e al rischio di una profezia che si autoavvera – quella di un Servizio sanitario talmente malato da sembrare irrecuperabile – contrapporremo il potere di iniziativa autonoma che l’articolo 118 della Costituzione riconosce ai cittadini. Da qui l’impegno a promuovere una nuova stagione di confronto con e tra i cittadini, da cui far nascere un’Agenda civica sulla salute e sul Servizio sanitario nazionale. È su questo terreno che chiediamo a istituzioni e professionisti di tornare a un confronto unitario, fondato su partecipazione, interconnessioni e sinergie, per dare nuovo respiro a un’idea di salute centrata sulle persone, siano esse cittadini o professionisti», dichiara Anna Lisa Mandorino, Segretaria generale di Cittadinanzattiva.

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Aurora Avenoso

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