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La Libia non è un porto sicuro: a stabilirlo, la Corte di Cassazione che, con una sentenza destinata a fare giurisprudenza, mette in discussione tutta la politica dell'immigrazione italiana fondata sugli accordi che prevedono aiuti, sostegno e formazione alla Guardia costiera libica per frenare i flussi migratori. Si tratta nello specifico della sentenza che condanna in via definitiva il comandante del rimorchiatore Asso 28 che, a luglio del 2018, prese a bordo 101 migranti arrivati su un gommone nei pressi di una piattaforma petrolifera e li riportò in Libia consegnandoli alla Guardia costiera di Tripoli.

Per la Corte, consegnare migranti ai libici è reato ed agevolare le intercettazioni dei guardiacoste di Tripoli configura il reato di "abbandono in stato di pericolo di persone minori o incapaci e di sbarco e abbandono arbitrario di persone". Approfondimenti

Valentina Ceccarelli

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