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Nel settore della moda sostenibile, l'Unione Europea ha adottato provvedimenti più stringenti in modo tale che i prodotti tessili siano prodotti in modo circolare e sostenibile. Il progetto che metterà fine alla fast fashion rientra in un pacchetto di proposte che mirano, nell'ambito del Green Deal, a promuovere i benefici ambientali, sociali ed economici della trasformazione del settore tessile.

Tra il 2000 e il 2015 la produzione tessile globale è quasi raddoppiata e il consumo di abbigliamento e calzature è destinato ad aumentare del 63% entro il 2030, passando da 62 milioni di tonnellate a ben 102 milioni di tonnellate nel 2030. Il settore tessile è una delle industrie meno sostenibili, creando esternalità negative che impattano l'ambiente e il cambiamento climatico. Infatti, il settore tessile rappresenta la terza area di consumo più elevata per l'uso dell'acqua e del suolo e la quinta per l'uso di materie prime e le emissioni di gas serra in tutto il mondo. L'iniziativa dell' Unione Europea mira quindi ad avere prodotti tessili sostenibili e circolari, che durino più a lungo e siano più facili da riutilizzare, riparare e riciclare.

Per ridurre l'impatto negativo sull'ambiente e contrastare la sovrapproduzione e il consumo eccessivo di abbigliamento, l'UE chiede agli Stati Membri di garantire che i processi produttivi diventino meno intensivi dal punto di vista energetico e idrico, evitando l'uso e il rilascio di sostanze nocive e riducendo l'impronta dei materiali e dei consumi. Le raccomandazioni, inserite nella relazione adottata con 68 voti a favore, nessuno contrario e un'astensione, chiedono regole più chiare per porre fine alle pratiche di greenwashing, anche attraverso il lavoro legislativo in corso sulla responsabilizzazione dei consumatori nella transizione verde e sulla regolamentazione delle dichiarazioni verdi. L'UE poi comunica di garantire pratiche commerciali eque attraverso l'applicazioni di accordi commerciali all'interno dell'area e di lanciare l’iniziativa della Commissione per prevenire e ridurre al minimo il rilascio di microplastiche e microfibre nell’ambiente. In aggiunta a questo, i deputati chiedono anche la revisione della Direttiva in tema rifiuti e richiedono che il regolamento includa obiettivi specifici e separati per la prevenzione, la raccolta, il riutilizzo e il riciclaggio dei rifiuti tessili, nonché l'eliminazione graduale dello smaltimento in discarica dei prodotti tessili.

Inoltre, nella prossima revisione del regolamento sulla progettazione ecocompatibile, si discuterà di una probabile introduzione di un "passaporto digitale del prodotto" per far scegliere in maniera responsabile e sostenibile i consumatori.

Naissa Niyaoui

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