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Il 26 febbraio si è consumata in mare, al largo delle coste crotonesi, l’ennesima tragedia. Un barcone di 200 migranti provenienti da Iraq, Iran, Afghanistan e Siria era partito dalla Turchia per affrontare uno dei tanti viaggi della speranza che segue la rotta turca, quella più battuta dai migranti provenienti dai Paesi dell'area. Le persone erano su un caicco che non ha retto alla forza del mare, particolarmente mosso e si è spaccato a pochi metri dalla costa. Il bilancio delle vittime continua a salire, oltre 60 i corpi recuperati e circa 80 i superstiti: tra loro anche donne e bambini; decine invece i dispersi.

Le ricerche proseguono senza sosta, ma tantissime sono le situazioni drammatiche: bambini che hanno perso i genitori, genitori che hanno perso i figli, mariti che hanno perso le mogli. Una strage di proporzioni devastanti che in acque italiane non avveniva da anni. Piangono senza parlare, avvolti in un dolore terribile e muto, i migranti superstiti portati nel centro di accoglienza di Isola Capo Rizzuto. Hanno tolto i vestiti bagnati e sono avvolti da coperte, riuniti, con lo sguardo fisso nel vuoto, accomunati dal dolore e dalla disperazione. Leggi di più

Valentina Ceccarelli

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