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Editoriali

La Repubblica italiana “tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni”, è questo il testo che entra nella nostra Costituzione, grazie all’approvazione definitiva da parte della Camera della proposta di legge che modifica in tal senso due articoli della Carta, il 9 e il 41.  Cosa cambia e quali sono le buone notizie che questa novità porta con sè? E' un risultato importante perchè può avere un impatto non solo sulla tutela ambientale in senso stretto, ma anche sui modelli economici e sociali, sulla salvaguardia della salute, sul ripudio della guerra. E, non da ultimo, sul riconoscimento ancora una volta del ruolo dei cittadini attivi in tutti questi ambiti. Ecco il punto di vista di Adriano Paolella, responsabile Ambiente e Territorio di Cittadinanzattiva, in un commento pubblicato da Buone Notizie del Corriere della Sera e che qui vi riproponiamo integralmente.

La Repubblica italiana “tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni”, è questo il testo che entra nella nostra Costituzione, grazie all’approvazione definitiva da parte della Camera della proposta di legge che modifica in tal senso due articoli della Carta, il 9 e il 41.  
La prima buona notizia è che viene sancito il protagonismo di una parte non marginale del Paese e di tanti cittadini attivi che da anni propongono e si adoperano per la conservazione dell’ambiente. La tutela dell’ambiente, della biodiversità, degli ecosistemi diventa una componente dell’azione istituzionale anche quando essa non comporti benefici diretti alle persone; e anzi è immaginabile che tale tutela possa essere antitetica allo sfruttamento delle risorse che, nel breve termine, sicuramente produce vantaggi economici superiori a quelli ottenibili da una gestione sostenibile delle stesse. Il testo quindi - questa è la seconda buona notizia - subordina di fatto le attività economiche ad un obiettivo comune e sovraordinato quale quello della tutela ambientale.
Non solo, ma – ecco la terza buona notizia - il riconoscimento dell’interesse delle future generazioni assorbe, seppure parzialmente, quella definizione di sostenibilità che dalla fine degli anni ottanta, con tutti i limiti delle diverse interpretazioni e degli aggiustamenti concettuali, è divenuta riferimento per ridurre gli effetti negativi di un modello economico e sociale sprecone e iniquo. La presenza nel testo della congiunzione “anche” relativamente alle generazioni future valorizza, inoltre, la tutela mirata al benessere dei contemporanei.
Dunque, salvaguardare l’ambiente, la biodiversità, gli ecosistemi, implica - seppure non esplicitamente – un cambiamento nel modus operandi e quindi la ricerca di modelli produttivi, insediativi, sociali più attenti alla riduzione degli sprechi, più interessati al raggiungimento di un equilibrio tra specie umana e risorse, maggiormente volti alla conservazione dell’ambiente ma anche alla sua riqualificazione ottenibile, se si volesse, anche in tempi ridotti.
Ma l’importanza del testo afferisce anche ad altri due aspetti.
La tutela dell’ambiente rafforza l’articolo 32 La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività” - ed è questa la quarta buona notizia - in ragione del fatto che una parte sempre crescente di cittadini è oggetto di malattie connesse all’alterazione dell’ambiente per inquinamento di origine antropica delle acque, dei terreni, dell’aria. E rafforza l’azione delle comunità fornendo ad esse un possente strumento per incidere positivamente sulla salvaguardia delle condizioni dell’ambiente e nella riduzione dei rischi a livello locale.
La tutela dell’ambiente diviene infine – ecco la quinta buona notizia - un altro caposaldo a sostegno dell’Art.11 L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”, in quanto la guerra è il più grande strumento di alterazione ambientale escogitato dall’uomo.
In un periodo in cui si percepiscono preoccupanti “venti di guerra”, la tutela dell’ambiente può contribuire a ridare lucidità e riavvicinarci al dettato costituzionale di un Paese che ha assimilato a caro prezzo gli orrori e l’inutilità della guerra ed è stato negli ultimi ottanta anni, nonostante qualche tentennamento, un promotore di pace.

Proprio per quanto detto Cittadinanzattiva considera un grande risultato l’inserimento della tutela dell’ambiente nella Costituzione e lo interpreta come un comune impegno per la conservazione e riqualificazione dei sistemi naturali e per la realizzazione di un benessere diffuso, per il presente e per le future generazioni, fatto di lavoro sostenibile, di salute, di pace.

Adriano Paolella

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