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Editoriali

sala aldo moro scuola

Fra le tante cose accadute il 18 settembre, nella giornata tutta dedicata alla scuola da noi promossa, vogliamo qui ricordarne una: quella di essere stati definiti “cittadini abusivi”. Per raccontarvelo, facciamo un passo indietro.

I tre eventi nazionali organizzati a Roma il 18 settembre scorso - la presentazione del XIII Rapporto sulla sicurezza a Palazzo Montecitorio, l’installazione “La mia scuola è” a Piazza San Silvestro, la presentazione del libro “La cattiva scuola” di Alex Corlazzoli alla scuola “Di Donato” - sono stati accomunati da un’unica motivazione: parlare della scuola italiana a partire dai suoi protagonisti e dai suoi edifici.

Le testimonianze drammatiche dei ragazzi di Piedimonte Matese dell’ ITIS “Caso”, costretti a rimanere in una scuola con tetti e solai bucherellati; del Comitato Mamme di Lampedusa, obbligate a mandare i figli in una scuola pericolosa igienicamente e strutturalmente; del Comitato di San Giuliano ancora vittima di una giustizia che applica tardivamente le sentenze e non riconosce i giusti risarcimenti neanche a 12 anni di distanza, sono rimaste sullo sfondo, purtroppo. Il nostro impegno nei loro confronti, però, proseguirà finché non siano portati a soluzione.

Il XIII Rapporto quest’anno contiene oltre al “consueto” monitoraggio di un campione di scuola per misurane il livello di sicurezza, qualità, accessibilità, mai scontato nei risultati e nelle novità che evidenzia, anche un’indagine su un campione di scuole oggetto di interventi del filone #scuolebelle e un report aggiuntivo sull’utilizzo dello strumento “La scuola in chiaro” contenente i dati dell’Anagrafe nazionale dell’edilizia scolastica, varata lo scorso 7 agosto.

Rispetto alla mole di dati, informazioni, testimonianze forniti, ci aspettavamo che sarebbero fioccate molte critiche da parte di alcune istituzioni pubbliche che, infatti, hanno ribadito di smetterla di preoccuparci della carta igienica che manca, di non riconoscere l’importante lavoro che il Governo sta facendo sull’edilizia scolastica (falso), di fare allarmismo e previsioni funeste sui tempi di risoluzione dell’edilizia scolastica (vero).

Non ci aspettavamo, invece, altre accuse che più ci hanno toccato e deluso: il fatto di essere stati tacciati di “dire bugie sull’Anagrafe” e di essere stati definiti, insieme a Legambiente, “abusivi” perché ci siamo permessi in questi tredici anni di “sopperire alla mancanza di informazioni che le istituzioni preposte non fornivano”.

Che non abbiamo detto bugie sul fatto che molti dati dell’Anagrafe, per una parte dei Comuni e delle Regioni, siano ancora approssimativi, non aggiornati e poco chiari è sotto gli occhi di tutti e lo abbiamo dimostrato dati alla mano. Ma faremo di più: estenderemo l’operazione “Occhio all’Anagrafe”, la prossima settimana, a tutti i cittadini interessati a conoscere le condizioni della propria scuola, supportandoli nella ricerca. Questo perché vogliamo “stanare” le amministrazioni inadempienti a fare il proprio dovere e sollecitare il Ministero dell’Istruzione a vigilare affinché ciò avvenga, anche prevedendo azioni sanzionatorie (es. impossibilità di accedere ai fondi a chi non disponga di dati aggiornati relativi agli edifici scolastici).

Ma essere tacciati di “abusivismo” addirittura da un esponente del Governo (il sottosegretario del Miur, Davide Faraone, che ha partecipato alla presentazione del Rapporto) perché abbiamo fornito una fotografia delle condizioni delle scuole italiane, è veramente il colmo. Abusivismo significa “pratica diffusa di illegalità in ambiti regolati da norme”. La vera illegalità è lasciare che per decenni non siano applicate le normative sulla sicurezza degli edifici scolastici, non ci siano le certificazioni e i collaudi previsti, le classi siano invivibili. Così come è illegale continuare a costruire scuole con barriere architettoniche, senza scale di emergenza, o, per quelle già costruite, non rimuoverne l’amianto o non ripararle correttamente per poi vederle crollare. E’ illegale occultare per anni i dati relativi allo stato degli edifici di Comuni e regioni.  Non è bastata neanche una norma costituzionale (art.118, u.c.) in vigore dal 2001, che non solo riconosce ai cittadini, singoli e associati, il ruolo sussidiario rispetto a quello delle istituzioni, quando agiscano nell’interesse generale ma, anzi, afferma che le istituzioni debbano addirittura favorire queste azioni da parte dei cittadini attivi. Forse sarebbe stato più pertinente e appropriato definire il nostro impegno per la sicurezza delle scuole e per lo sviluppo della cultura della sicurezza “sussidiario” piuttosto che “abusivo”.

Il diritto alla trasparenza e all’accessibilità dei dati in possesso della pubblica amministrazione (scuole comprese) è un fatto di cruciale importanza. Avremmo davvero apprezzato che venisse fornita una fotografia precisa, magari impietosa ed allarmante ma reale di quello che Comuni e Regioni avevano realmente fornito al Miur piuttosto che una rappresentazione sfocata e poco attendibile almeno per una parte dei Comuni, come l’attuale, lasciando intendere di conoscere “le condizioni di ogni edificio scolastico”. Un vero rapporto di collaborazione e di fiducia tra le organizzazioni civiche e le istituzioni pubbliche passa da qui e, stante la situazione descritta, appare ancora molto accidentata, così come il riconoscimento del ruolo delle stesse organizzazioni nelle questioni di interesse generale come l’ambito scolastico, che risulta essere ancora una volta poco considerata, fastidiosa e accessoria.

Vedremo cosa accadrà nell’Osservatorio Nazionale dell’Edilizia scolastica (in cui saremo solo invitati “all’occorrenza”), se verranno prese in considerazione ed utilizzate le nostre proposte migliorative sull’Anagrafe, su un uso più razionale e una distribuzione più equa dei fondi a disposizione per l’edilizia scolastica.

Comunque state pur sicuri: nel 2016 torneremo a controllare se ci saranno carta igienica e sapone nei bagni degli studenti.

Adriana Bizzarri

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