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Al via la seconda edizione di “Chi l’ha fatto?”, il premio dedicato alle aree interne del nostro Paese, con l’obiettivo di raccogliere e mettere in rete le esperienze più innovative in termini di miglioramento della qualità della vita in questi territori.

Il bando, aperto fino al 20 marzo 2023  (qui il link per partecipare), punta il faro su iniziative orientate al raggiungimento dei 17 obiettivi globali dell'Agenda 2030 dell’ONU. In particolare, questa edizione del premio rivolge l’attenzione a progetti incentrati sul tema della sostenibilità e che mirano alla crescita, anche economica, di queste zone, coniugando la tutela dell’ambiente e della biodiversità che le caratterizzano. Altro tema centrale è la lotta alle disuguaglianze - economiche, di genere, generazionali e di accesso a servizi primari quali istruzione e salute – saranno quindi valutate le iniziative realizzate a sostegno dei singoli e dei nuclei familiari, anche migranti, o orientate a favorire la possibilità per le giovani generazioni di continuare a vivere nelle aree interne. Grande attenzione anche alle iniziative rivolte alla tutela della salute e del benessere dei residenti in questi territori, spesso deprivati dei servizi minimi essenziali anche a livello sanitario.

Possono partecipare al bando organizzazioni pubbliche o private, singole e associate, con attività già concluse o in corso d’opera rivolte ai residenti di una delle aree interne individuate dalla Strategia Nazionale Aree Interne (SNAI).  Le iniziative candidate saranno selezionate e premiate da una giuria di esperti. Maggiori informazioni sul Premio sono disponibili qui.

“Chi l’ha fatto?” è promosso da Cittadinanzattiva in partnership con UniCredit nell’ambito di “Noi&UniCredit”, l’accordo di collaborazione fra la banca e 14 associazioni di consumatori di rilevanza nazionale. Questa seconda edizione del Premio è realizzata, inoltre, con il patrocinio di UNPLI (Unione nazionale delle Pro Loco d’Italia), 

Le Aree interne sono luoghi contraddistinti da un progressivo spopolamento e invecchiamento della popolazione residente, oltre che da un divario digitale significativo: in queste condizioni aumenta il livello delle disuguaglianze (in particolare, nella salute e nell’istruzione), sia nell’accesso che nella qualità dei servizi offerti. Sono aree caratterizzate da una distanza di circa 20 minuti dai principali servizi pubblici essenziali, da un’offerta scolastica secondaria superiore completa, da un ospedale DEA (Dipartimento di Emergenza Urgenza e Accettazione) di primo livello e da una stazione ferroviaria per treni a media percorrenza. Si tratta di 4.200 comuni (oltre la metà del totale), che coprono il 60% della superficie nazionale, abitati da circa 13 milioni di persone (pari al 22% della popolazione residente in Italia al 1° gennaio 2018). La regione che presenta il maggior numero di Comuni in aree interne è la Lombardia (346) seguita dal Piemonte (196) e dall'Abruzzo (122), dalla Campania (105) e dalla Calabria (106). 




Ufficio Stampa

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