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Editoriali

trasporti pubblici locali

Finalmente il disegno di legge per la riforma del trasporto pubblico locale dovrebbe essere pronto (il condizionale è d'obbligo) per essere vagliato dal Consiglio dei Ministri. Disegno di legge atteso da tempo dai cittadini e dagli enti locali. Da indiscrezioni giornalistiche, si tratterebbe di 13 articoli con  alcune novità importanti: la liquidazione delle società in perdita, l’affidamento dei servizi tramite gara, il costo degli abbonamenti ai mezzi pubblici detraibile dalle tasse. Un ruolo centrale verrà svolto dall’Autorità dei Trasporti: dalla sua costituzione, sta già rappresentando un fattore di garanzia in termini di terzietà nella regolazione e di miglioramento per lo meno a livello di trasparenza e informazione degli utenti e, cosa non da poco, sta rendendo periodiche le consultazioni con le associazioni degli utenti.

Una novità importante, quindi, dovrebbe essere quella sull’affidamento dei servizi tramite gara.

Nei giorni scorsi abbiamo partecipato alla “Consultazione pubblica dell’Autorità dei Trasporti " sull' atto di regolazione recante misure per la redazione dei bandi TPL. Il tema dei bandi di gara per l’assegnazione dei servizi di trasporto è centrale nel riordino del settore e nella visione di mobilità per le nostre città, non è un tecnicismo per giuristi, o non solo.

Nei bandi di gare devono essere contenuti e rappresentati i concetti di assegnazione delle risorse premiali in virtù del raggiungimento di obiettivi che hanno un forte impatto sulla modalità di erogazione del servizio, quali: le integrazioni tra le diverse modalità di trasporto; l'integrazione tariffaria, la realizzazione di investimenti finalizzati al rinnovo della flotta e della rete, l'attivazione di servizi di infomobilità, la sostenibilità del servizio all’interno delle città con una visione sistemica delle comunità.

Nei bandi di gara deve essere declinata concretamente il concetto di innovazione, ad esempio indicando come requisito vincolante la disponibilità a rendere aperti e fruibili i dati (open data) circa l’affluenza dei passeggeri sui mezzi di trasporto pubblico e circa tutte le fasi nell’erogazione del servizio, così da permetterne  l’utilizzo da parte di altri operatori nel settore della mobilità. Questo dovrà essere il punto di partenza per poter disegnare una mobilità all’insegna dell’ intermodalità e della multi modalità. La fruibilità dei dati dovrà essere uno dei  requisiti al fine di concorrere all’aggiudicazione della gara.

Nei bandi di gara dovranno essere presenti soluzioni incentivanti all’utilizzo dei mezzi pubblici locali e definite le “regole” di interazione con i piani di mobilità previsti e in qualche caso virtuoso discussi con i cittadini da parte delle amministrazioni locali.

Nei bandi di gara va visualizzata la centralità del cittadino, nella sua duplice veste sia di utente del servizio, e quindi di destinatario finale, ma anche di committente, in via indiretta, attraverso l’amministrazione pubblica. Fin dall’individuazione dei criteri di aggiudicazione della gara, si dovrà inserire come requisito aggiudicante la declinazione delle forme di coinvolgimento dei cittadini, coinvolgimento che dovrà essere continuativo e strutturato.

Quanto di cui fin qui proposto trova suo fondamento nel comma 461, art.2 della legge finanziaria 244/2007 e nell’accordo sulle linee guida relative ai criteri da applicare per individuare i principi e gli elementi minimi da inserire nei contratti di servizio e nelle carte di qualità dei servizi pubblici locali, con particolare riferimento al ruolo delle Associazioni de consumatori, ai sensi del già citato comma 461.

Tramite l’ascolto dei cittadini/utenti si possono prendere in considerazione soluzioni che i cittadini stessi hanno trovati come incentivo all’utilizzo dei mezzi pubblici locali. Ad esempio,perché non cogliere spunto dalle forme di condivisione portate avanti da cittadini auto-organizzatisi, come la condivisione del residuo del biglietto al termine della corsa (cosa che accade nella Città di Torino, azienda Gruppo Torinese Trasporti.) e rivedere il regolamento di ammissione a bordo e permettere che il biglietto orario sia cedibile e prevedere alle fermate dell’autobus portabiglietti ancora validi?

Sarebbe lungimirante “ascoltare” i cambiamenti che nascono all’interno delle comunità territoriali. Ripartire da questo ascolto e strutturarlo sarebbe una coraggiosa visione politica di un legislatore attento a declinare il tema del trasporto pubblico locale come “bene comune” da preservare con e per i cittadini.

Tina Napoli

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