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Farmaci equivalenti: Italia fanalino di coda. Cittadinanzattiva -Tribunale per i diritti del malato lancia  una nuova campagna  sulla corretta informazione  promossa da Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato
Il Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva lancia una nuova campagna per la corretta informazione sui farmaci equivalenti. Tra i primi passi, l'insediamento del tavolo di lavoro che collaborerà alla messa a punto dei messaggi chiave delle attività di sensibilizzazione il cui obiettivo è di contribuire a promuovere un rapporto «maturo e consapevole» con il farmaco equivalente. Hanno aderito AIFA, Auser, Ipasvi, Federfarma, Fnomceo, Fofi, Sifact, Sifo, Sigg, Simg, Spi-CGIL, Sunifar, dimostrando piena disponibilità a "fare network" per condividere l'impostazione dei contenuti, la diffusione dei materiali e la realizzazione delle attività previste dal programma.

La campagna è sostenuta dal contributo non condizionato di Assogenerici.

Gli ultimi dati relativi all'utilizzo del farmaco generico in Italia raccolti dall'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico nel nuovo rapporto "Health at Glance 2015" dimostrano che l'incremento nell'uso di farmaci generici ha contribuito alla riduzione dei prezzi e della spesa italiana per i medicinali, tuttavia in Italia l'utilizzo dei prodotti equivalenti rimane relativamente bassa: è quadruplicata dagli anni 2000. Sul totale dei farmaci utilizzati in Italia, solo il 19% sono farmaci equivalenti, contro una media OCSE del 48%, l'83% in UK, l’80% in Germania e la Spagna 47%. L'impatto di questo scarso utilizzo è evidente in Italia se si guarda alla spesa sostenuta dai cittadini. 

Secondo il Rapporto del Coordinamento nazionale delle Associazioni dei Malati Cronici di Cittadinanzativa del 2014 si è registrato un aumento dei costi privati: 737 euro in più all'anno per l'acquisto di farmaci necessari e non rimborsati dal SSN. Inoltre, circa 1 paziente su 4 sa che il farmaco equivalente  costa meno rispetto a quello di marca, e la stessa percentuale afferma che è un farmaco simile ma non uguale a quello di marca. Oltre il 30% riconosce gli equivalenti dal prezzo inferiore al farmaco brand e dalla dicitura sulla confezione. Nella maggior parte dei casi i pazienti sono informati dal medico o dal farmacista circa l’esistenza del farmaco equivalente, ma considerano quello di marca più efficace (33,4%) o sono influenzati dallo scetticismo di una parte  di medici (30,8%) che sostiene che non sono uguali. Il risultato è che quasi la metà dei pazienti  (47,3%) non cambierebbe la terapia che sta assumendo con quella equivalente o ha dubbi nel farlo (21,6%).

A partire da questi dati, la campagna promossa da Cittadinanzattiva intende facilitare una corretta informazione per contribuire a costruire un rapporto maturo con il farmaco equivalente.

Tra gli obiettivi in comune dichiarati dai partecipanti al Tavolo insediatosi: puntare sull'alleanza tra professionisti sanitari, Istituzioni e cittadini nel percorso di cura per la scelta della terapia farmacologica migliore, libera da pregiudizi e falsi miti; fornire indicazioni sul corretto uso dei farmaci e conoscere le opportunità che i cittadini hanno per risparmiare in sicurezza. 

I temi del corretto uso dei farmaci equivalenti è un tema caro a Cittadinanzattiva, che già nel 2006 insieme ad AIFA, aveva contribuito a promuovere la campagna "Usa bene i farmaci. Farmaci equivalenti, un vantaggio per tutti.

Ufficio Stampa

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