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Il 7 ottobre, in seguito ad un ricorso promosso da ASGI e Cittadinanzattiva, il Consiglio di Stato ha emesso una pronuncia che segna una svolta sul piano del contenzioso strategico, poiché ha annullato in parte il capitolato d’appalto dei Centri di Permanenza per il Rimpatrio (CPR) e ha imposto al Ministero dell’Interno di introdurre modifiche significative in materia di tutela della salute e di prevenzione del rischio suicidario all'interno di queste strutture.

La decisione determina, dunque, la perdita di efficacia della base normativa su cui si fondano gli affidamenti della gestione dei CPR ai soggetti privati: di conseguenza, gli appalti basati su quel capitolato perdono validità e le Prefetture dovranno riformulare i bandi. In particolare, è stato riscontrato un grave difetto di istruttoria a causa della mancata consultazione di Amministrazioni fondamentali come il Ministero della Salute e il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà e lacune legislative nella disciplina dei CPR, in ordine soprattutto alla gestione di persone in situazione di estrema vulnerabilità a causa di carenze sanitarie, uso improprio di psicofarmaci e assenza di protocolli per prevenire suicidi e autolesionismo.

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Ufficio Comunicazione

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