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La scuola non offre le stesse opportunità a tutti, e gli esiti dipendano molto dalle condizioni sociali ed economiche di partenza. Questa è l'indicazione per il 40% degli intervistati e che emerge nel Rapporto Giovani, promosso dall’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore e il sostegno di Fondazione Cariplo. La rilevazione è stata condotta nel periodo 23 luglio-7 agosto 2024 su un campione di 2.002 giovani italiani di età compresa tra i 18 e i 34 anni rappresentativo per età, genere, condizione lavorativa, titolo di studio e area di residenza.

I dati dell’indagine confermano l’influenza dell’ambiente familiare sulla dispersione scolastica restituendo un quadro complessivo ancora caratterizzato da una bassa mobilità educativa. Il dato più rilevante è dato dalla ridotta quota di giovani dispersi tra gli intervistati provenienti da famiglie con almeno un genitore laureato (4,2%), percentuale che sale leggermente (5,1%) tra chi ha almeno un genitore diplomato mentre tocca il 24,4% per i giovani i cui genitori sono “Elet” (Early Leaving from Education and Training), cioè hanno abbandonato la scuola precocemente. Al contrario, il completamento del percorso scolastico è nettamente più diffuso tra chi ha genitori laureati (95,8%) e diplomati (94,9%) mentre tra i figli di genitori Elet scende drasticamente al 75,6%. La maggior parte dei giovani intervistati, anche coloro che hanno una bassa percezione delle competenze acquisite, «promuove» lo sforzo inclusivo della scuola. Più prudente è il giudizio in merito alla capacità della scuola di offrire pari opportunità a tutti gli studenti indipendentemente dalle origini socioeconomiche. Il 58,0% dei giovani che dichiarano di avere competenze elevate è abbastanza o molto d’accordo, ma tale percentuale scende al 41,8% tra coloro che hanno dichiarato di avere acquisito minori competenze. Una quota significativa di giovani ritiene dunque, in base alla propria esperienza, che la scuola non sia equa, non riuscendo a superare le condizioni sociali ed economiche di partenza.
Ancora maggiore è la quota di giovani, circa 6 su 10, che ritiene che i risultati scolastici non riflettano il vero talento degli studenti, con poche differenze tra i vari profili considerati. Sembra perciò che essi ritengano che la scuola sia attenta solo ad alcuni aspetti, ma non permetta alle persone di esprimere tutte le loro potenzialità.

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Fabio Cruccu

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