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È accaduto a Torino, presso la sezione femminile della Casa circondariale “Lorusso e Cutugno” dove il piccolo Aslan, di appena un mese, era stato recluso lo scorso 1 febbraio insieme alla sua giovane madre. Quel bambino che, come tutti i figli di detenuti e detenute, non avrebbe dovuto trovarsi dietro le sbarre. Per fortuna, anche a seguito di diverse denunce da parte di Parlamentari ed Associazioni, il piccolo Aslan e la sua mamma sono stati trasferiti all’Icam di Torino, l’istituto dedicato alle detenute con i loro figli: si tratta di una struttura più accogliente rispetto alla sezione femminile del Carcere, ma che sorge comunque all’interno della Casa circondariale e quindi rappresenta comunque una struttura di detenzione che non può rappresentare la giusta soluzione per arginare il problema.

Proprio per questo, Cittadinanzattiva da anni denuncia il problema della reclusione dei bambini, ristretti in carcere al seguito delle madri detenute, con la campagna “L’infanzia non si incarcera”. Nel tempo, a partire dalla “Legge Siani” abbiamo lavorato, assieme alle forze politiche, alla elaborazione di misure di sistema che garantissero, a donne in gravidanza e madri con piccoli al seguito, percorsi del tutto alternativi alla detenzione in istituti penitenziari attraverso l’implementazione del sistema delle case famiglia. Proposte che, fino ad ora, non hanno purtroppo mai visto la luce. Approfondisci

Valentina Ceccarelli

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