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Nei giorni scorsi, è stata ritirata la proposta di legge sulla tutela del rapporto tra detenute madri e figli minori, una decisione determinata dalla presentazione in Commissione Giustizia della Camera dei Deputati di proposte emendative che stravolgevano totalmente l’impianto originario del testo, contraddicendone finalità e motivazioni.  Si è trattato, come spiega Laura Liberto, responsabile di Giustizia per i diritti di Cittadinanzattiva in un commento per Avvenire, di "un epilogo che ci lascia estremamente amareggiati, perché arresta un percorso, portato avanti negli anni, di positiva collaborazione tra Parlamento e organizzazioni della società civile.

La presenza, a oggi sono 24, di bambini costretti a trascorrere i primi anni di vita negli istituti penitenziari assieme alle madri detenute è una contraddizione inaccettabile del nostro sistema; un paradosso sul quale negli ultimi anni ci siamo impegnati, attraverso la campagna «L’infanzia non si incarcera» e in sinergia con altre organizzazioni, per richiamare l’attenzione pubblica e delle istituzioni e per formulare e sollecitare l’adozione di soluzioni di sistema idonee a risolverlo definitamente. Ciò nella convinzione che la tutela della salute psicofisica dei bambini debba prevalere su ogni altra ragione o interesse pubblico e debba costituire il principale, se non l’unico, criterio guida per la costruzione di misure dedicate".

Continua a leggere il commento di Laura Liberto, coordinatrice nazionale di Giustizia per i diritti - Cittadinanzattiva, su Avvenire.it.

 

 

Valentina Ceccarelli

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