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Il 22 aprile è stato presentato il primo Rapporto Censis-DeepCyber “Il Valore della Cybersicurity. Perché serve la sicurezza informatica per la buona rivoluzione digitale”. Il rapporto affronta i rischi che quotidianamente minacciano famiglie, aziende e istituzioni esposti sempre di più all’insicurezza informatica. Virus e attacchi di tipo distruttivo, furti d’identità, truffe con finalità di riscatto o frodi sono alcuni degli esempi per cui è sempre più evidente quanto siano necessari interventi di cybersicurezza per difendere e promuovere benessere e libertà di tutti. Dallo studio, infatti, si evince il ruolo decisivo della cybersecurity indispensabile per una buona rivoluzione digitale.

I dati evidenziano come quasi 4 italiani su 10 sono ancora indifferenti o non si tutelano dagli attacchi informatici. Il 61,6% degli italiani è preoccupato per la sicurezza informatica e adotta sui propri device precauzioni per difendersi: di questi, l’82% ricorre a software e app di tutela ed il 18% si rivolge ad un esperto. Il 28,1%, pur dichiarandosi preoccupato, non fa nulla di concreto per difendersi, mentre il 10,3% non ha alcuna preoccupazione sulla sicurezza informatica.

Ancora bassa la percentuale di italiani che conosce precisamente cosa si intende per cybersecurity (24,3%), il 58,6% lo sa per grandi linee, mentre il 17,1% non sa cosa sia. Ad averne una conoscenza precisa sono soprattutto giovani (35,5%), laureati (33,4%), imprenditori (35,4%) e dirigenti (27,7%).

Ancora elevato il numero di cittadini (64,6%) a cui è capitato di essere bersaglio di e-mail ingannevoli il cui intento era estorcere informazioni personali sensibili, presentandosi come provenienti dalla banca di riferimento o da aziende di cui la persona era cliente. Il 44,9% ha avuto il proprio pc/laptop infettato da un virus. L’insicurezza informatica colpisce anche i pagamenti online con il 14,3% dei cittadini a cui è capitato di avere la carta di credito o il bancomat clonato e il 17,2% che ha scoperto acquisti online fatti a suo nome ed a suo carico. Il 13,8% ha subìto violazioni della privacy, con furti di dati personali da un device oppure con la condivisione non autorizzata di foto o video. Al 10,7% è capitato di scoprire sui social account fake con il proprio nome, identità o foto, al 20,8% di ricevere richieste di denaro da persone conosciute sul web, al 17,1% di intrattenere relazioni online con persone propostesi con falsa identità. È diffuso anche il cyberbullismo: il 28,2% degli studenti dichiara di aver ricevuto nel corso della propria carriera scolastica offese, prese in giro, aggressioni tramite social, WhatsApp o la condivisione non autorizzata di video.

La paura più diffusa è quella di finire vittima di furti e violazioni dei propri dati personali sul web (81,7% degli italiani). Le Cyber-paure condizionano il rapporto con il digitale e rischiano di sovrapporsi alle paure fisiche, materiali, amplificando all’estremo l’incertezza sociale, ecco perché è sempre più necessario intervenire con azioni che limitino l’insicurezza informatica e consentano e consentano di vivere in maniera serena la digital life.

Leggi il 1° Rapporto Censis-DeepCyber

 

Aggiornamento ai consumatori finanziato dal MiSE. Legge 388/2000 - ANNO 2021

 

Martina Lalli

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