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La Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibili i referendum su eutanasia legale e legalizzazione della cannabis. Per quanto riguarda l’eutanasia, l’obiettivo del quesito referendario era depenalizzare l’omicidio del consenziente, punito dall’articolo 579 del codice penale con la reclusione da 6 a 15 anni. La Consulta lo ha ritenuto inammissibile perché “a seguito dell’abrogazione, ancorché parziale, della norma sull’omicidio del consenziente, non sarebbe preservata la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili”.

Per quanto riguarda la cannabis, si chiedeva di cancellare le pene per chi la coltiva (carcere da 2 a 6 anni e multa da 26mila a 260mila euro) e la sanzione amministrativa della sospensione della patente. Ma anche tale quesito è stato giudicato dalla Consulta inammissibile, perché riferito, secondo la Corte, alle droghe pesanti e alla conseguente violazione di obblighi internazionali. I Comitati promotori dei referendum sono insorti contro le due decisioni, giudicate un vero e proprio “attacco politico” che manipola totalmente la realtà. Via libera invece a cinque dei sei referendum abrogativi sulla giustizia. Leggi di più su www.ilfattoquotidiano.it

 

Valentina Ceccarelli

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