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Notizie

CALL CENTER GRATUITO PIU SAI PIU

Il call center servizi pubblici locali fornisce gratuitamente al cittadino informazioni, assistenza e consulenza in tema di
gestione dei rifiuti, acqua (servizio idrico), trasporto pubblico e asili nido comunali.

Chiamaci come hanno fatto Riccardo, Cristina, Francesca, Erika e tanti altri ancora. I nostri servizi sono gratuiti! 
Riccardo. 53 anni. Operaio di Guidonia.
<Ho ricevuto una bolletta dell’acqua di 3.000 euro per consumi che poi ho scoperto essere dovuti ad una perdita occulta. Non sapevo cosa fare: se e come pagare tutti quei soldi! Ho chiamato lo 0636718040 di Cittadinanzattiva che ha seguito e risolto il mio caso>.

Cristina. 63 anni. Libera professionista di Ariano Irpino.
<Non mi sono stati riconosciuti gli indennizzi automatici in bolletta a me dovuti per aver subito il ritardo nell’effettuazione della voltura della fornitura di acqua. Ho chiamato lo 0636718040 di Cittadinanzattiva e mi hanno spiegato cosa fare per risolvere il mio caso>.

Francesca, 45 anni, lavora in un bar a Roma.
<Cumuli di immondizia erano ammassati da giorni all’ingresso del nido di mio figlio. Dopo aver presentato diverse segnalazioni senza esito, ho deciso di rivolgermi a Cittadinanzattiva, chiamando lo 0636718040, che mi ha seguito nel reclamo e in tutti i solleciti necessari, fino a che il problema non è stato risolto>.

Erika. 25 anni. Studentessa di Torre del Greco, pendolare ogni giorno verso Napoli.
<Non sapevo come fare per ottenere il rimborso dell’abbonamento del trasporto pubblico per i mesi in cui non l’ho utilizzato a causa del lockdown. Ho chiamato Cittadinanzattiva allo 0636718040 e mi hanno fornito tutte info di cui avevo bisogno>.

Se ti interroghi sull’esclusione dalla graduatoria di ammissione del tuo bimbo all’asilo nido comunale, se la raccolta rifiuti della tua città non è effettuata con regolarità, se la tariffa ti risulta più cara del solito, se vuoi sapere quando, dove e come pagare la TARI, se hai ricevuto una bolletta dell’acqua salatissima, se il trasporto pubblico è insoddisfacente o vuoi ricevere informazioni su questi servizi e i tuoi diritti, chiamaci!

L’obiettivo del call center è offrire al cittadino pari opportunità di accesso ai servizi e alle informazioni, l’esercizio dei propri diritti e delle relative forme di tutela. È uno strumento nato per favorire il dialogo con l’amministrazione comunale e/o il responsabile del servizio e stimolare il diritto al reclamo per una gestione ed erogazione di maggiore qualità.

Chiama il numero 0636718040  lunedì dalle 14.30 alle 17.30, mercoledì e venerdì dalle 10 alle 13.

 

ACQUA, BENE COMUNE

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Cosa è e come funziona il servizio idrico integrato 
L’acqua è un bene comune fondamentale per la vita. Gli effetti dei mutamenti climatici, l’inquinamento, gli sprechi, la rendono una risorsa sempre più scarsa e al centro di gravi tensioni sociali in particolare nei paesi del sud del mondo. Anche in Italia la corretta gestione di questa risorsa presenta varie criticità. Il tema ci riguarda tutti da vicino, più che per gli altri servizi pubblici, poiché l’acqua soddisfa un bisogno primario e imprescindibile dell’essere umano, trattandosi di un bene vitale.

L’ accesso ad acqua potabile, salubre e pulita è un diritto fondamentale dell’uomo e uno dei determinanti principali della salute umana.
Il Servizio Idrico Integrato (SII) comprende l’insieme dei servizi pubblici di captazione, adduzione e distribuzione di acqua ad usi civili, di fognatura e di depurazione delle acque reflue. Da un punto di vista normativo, il principale riferimento è il Decreto legislativo n.152 del 3 aprile 2006, “Norme in materia ambientale”, che ridefinisce il Servizio e stabilisce che lo stesso venga gestito secondo principi di efficienza, efficacia ed economicità nel rispetto delle norme nazionali e comunitarie.

Per conoscere il modo in cui è organizzato il servizio idrico integrato è opportuno procurarsi la Carta della qualità del Servizio, disponibile sul sito dell’azienda che si occupa del servizio, o presso i suoi sportelli aperti al pubblico. La Carta è il documento attraverso il quale l’azienda dichiara ai cittadini gli impegni che assume per garantire il miglioramento della qualità del servizio sulla base di quanto definito nella Convenzione di gestione.

All’interno della Carta sono riportati gli indicatori di qualità dei servizi forniti, così da consentire ai cittadini di verificare la rispondenza tra il livello di servizio dichiarato e quello effettivamente erogato, e le forme di tutela a sua disposizione.

Per saperne di più, un altro documento utile è il Regolamento del Servizio Idrico Integrato adottato nell’ambito territoriale in cui rientra il proprio comune. Al suo interno sono disponibili informazioni utili su come è organizzato il servizio.

Se invece vuoi avere informazioni in tema di regolamentazione del servizio visita il sito dell’Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente (ARERA) www.arera.it

 Cosa pago in bolletta

Con la bolletta i cittadini sono chiamati a pagare integralmente il costo che viene sostenuto per la gestione del Servizio Idrico Integrato, cioè l’insieme di tutte le attività che consentono di avere acqua potabile in casa e di scaricare correttamente le acque sporche.

I servizi compresi in tariffa sono:

1. la fornitura di acqua potabile (servizio di acquedotto), che prevede il prelievo dell’acqua dall’ambiente naturale, inclusa la protezione ambientale delle aree dalle quali l’acqua è prelevata; il suo trattamento, al fine di renderla potabile; la distribuzione in rete nelle diverse fasi del trasporto (grandi tubature), dello stoccaggio in serbatoi, della distribuzione nella rete stradale, fino alla consegna alle abitazioni (allacciamento) con il relativo contatore;

2. il servizio di fognatura, che consiste nella possibilità per l’utente di scaricare l’acqua utilizzata e sporcata in casa, in una specifica tubatura stradale che ne consente l’allontanamento fino ad un impianto di trattamento;

3. il servizio di depurazione, che consiste nel trattamento delle acque sporche trasportate dalla fognatura, prima del rilascio dell’acqua nell’ambiente naturale (fiume, mare, lago), in modo da ridurre al minimo l’inquinamento di queste acque;

4. le imposte. Al servizio idrico integrato è applicata l’IVA al 10%.

Come si calcola la tariffa

La tariffa applicata a ciascuno di questi tre servizi prevede:

  • una parte fissa, che va corrisposta indipendentemente dall’acqua consumata. La parte fissa non può essere modulata per scaglioni ed è espressa in euro all’anno. Questa componente copre il noleggio del contatore e parte dei costi di investimento;
  • una parte variabile, proporzionale al consumo. La parte variabile della tariffa corrisposta per il servizio di acquedotto è articolata in scaglioni di consumo (agevolata, base, da 1 a 3 scaglioni tariffari di eccedenza la cui entità è finalizzata a penalizzare, attribuendogli i maggiori costi ambientali provocati, i consumi superiori alla fascia base). La parte variabile della tariffa per il servizio fognatura e depurazione è proporzionale ai consumi ma non è articolata in scaglioni.

Bonus sociale idrico
Il bonus sociale idrico è una misura volta a ridurre la spesa per il servizio di acquedotto di una famiglia in condizione di disagio economico e sociale.
È stata prevista dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 13 ottobre 2016, emanato in forza dell’articolo 60 del cosiddetto Collegato Ambientale (legge 28 dicembre 2015, n. 221) e successivamente attuata con provvedimenti dell’Arera.
Il bonus sociale idrico consente di non pagare un quantitativo minimo di acqua a persona per anno. Tale quantitativo è stato fissato in 50 litri giorno a persona (18,25 mc di acqua all’anno), corrispondenti al soddisfacimento dei bisogni essenziali.
La domanda per ottenere il bonus idrico 2020 va presentata, in forma di autocertificazione, presso il proprio Comune di residenza o presso un altro ente designato dal Comune (CAF, Comunità montane) utilizzando gli appositi moduli pubblicati sul sito www.arera.it, sul sito www.sgate.anci.it e resi disponibili sui siti internet dei Gestori e degli Enti di Governo dell’Ambito.

Bonus sociale idrico integrativo locale
Il bonus sociale idrico integrativo locale è un’agevolazione migliorativa stabilita a livello locale: può comportare il riconoscimento di un beneficio economico aggiuntivo o diverso rispetto al bonus acqua. Ad esempio l’Ente di governo dell’Ambito (EGA) competente per il proprio territorio può decidere di riconoscere all’utente finale, a parità di condizioni di ammissione, un bonus idrico integrativo maggiore rispetto a quanto previsto a livello nazionale o può modificare in meglio le condizioni di ammissione innalzando la soglia massima di ISEE prevista. I requisiti di ammissione e la quantificazione del bonus integrativo sono pertanto decisi a livello locale e possono differire da quanto stabilito a livello nazionale.

Per conoscere la tariffa applicata nel proprio comune, se capoluogo di provincia, è possibile consultare INFORMAP, il portale dell’informazione per il consumatore (www.informap-cittadinanzattiva.org) dove sono disponibili anche informazioni su qualità, tutele ed eventuali agevolazioni previste per i cittadini.

 

Grazie al servizio idrico, possiamo avere acqua potabile nelle nostre case.
L’acqua che esce dai rubinetti delle nostre case è una risorsa controllata, sicura, economica. Per definire un’acqua potabile è necessario soddisfare alcuni requisiti (parametri di qualità) definiti per legge. Un’acqua potabile non deve contenere né microrganismi e parassiti, né altre sostanze in quantità tali da rappresentare un potenziale pericolo per la salute umana. Inoltre, non deve superare neanche determinati valori massimi di sostanze non propriamente nocive per la salute.

L’idoneità viene stabilita sulla base di 62 parametri di qualità chimica, fisica e batteriologica che l’acqua deve rispettare per essere considerata potabile.
Per maggiori informazioni sui parametri dell’acqua puoi visitare questa pagina (clicca qui)
Inoltre, l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) supporta scientificamente azioni di prevenzione ed emergenza su acqua e salute. Per maggiori informazioni visita il sito https://www.iss.it/

 

Acqua e salute
Nell’organismo umano l’acqua rappresenta un costituente essenziale per il mantenimento della vita, ed è anche quello presente in maggior quantità. È indispensabile per lo svolgimento di tutti i processi fisiologici e le reazioni biochimiche che avvengono nel nostro corpo. Nell’uomo adulto l’acqua rappresenta circa il 60% del peso corporeo, mentre per i più piccoli la percentuale sale quasi all’80%. Il nostro organismo mantiene il suo “equilibrio idrico” grazie a due meccanismi: il meccanismo della sete, che ci permette di regolare la quantità di acqua da ingerire, e il riassorbimento dell’acqua nei reni, che regola la quantità di acqua eliminata con le urine.

Per conoscere le politiche di Cittadinanzattiva in tema di acqua (clicca qui)

Chiama il numero 06 36718040 lunedì dalle 14.30 alle 17.30, mercoledì e venerdì dalle 10 alle 13, per ulteriori informazioni in tema di acqua o per assistenza e consulenza gratuite in questo ambito.

 

I NOSTRI RIFIUTI
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Cos’è e come funziona la gestione dei rifiuti urbani
La priorità della politica ambientale del nostro paese è quella di ridurre a monte la quantità di rifiuti prodotti, lavorando molto sulla prevenzione e sul riuso dei materiali e pensando allo smaltimento in discarica solo come opzione residuale.
Ogni italiano, in media, nel 2018, ha prodotto circa 500 kg di rifiuti urbani, ancora troppi se si pensa che quasi la metà finisce in discarica o viene incenerita. Sempre nello stesso anno il 58,1% dei rifiuti urbani è stato differenziato, una quantità in aumento rispetto al passato ma di gran lunga inferiore a confronto dell’obiettivo fissato dalla normativa vigente (65% entro il 2012). Se vuoi maggiori informazioni consulta il sito https://www.isprambiente.gov.it

La gestione dei rifiuti urbani comprende l’intero ciclo, dalla raccolta differenziata e indifferenziata dei rifiuti al trasporto; dalla selezione delle frazioni differenziate al riciclaggio e al riutilizzo; dal trattamento degli indifferenziati al recupero e allo smaltimento.
Il principale punto di riferimento normativo nell’ambito della gestione dei rifiuti urbani è il Decreto legislativo n. 152 del 3 aprile 2006, “Norme in materia di ambiente”.

Questo decreto, in linea con la strategia dell’Unione Europea, definisce una priorità di azioni nel trattamento dei rifiuti ponendo in coda lo smaltimento in discarica e la termovalorizzazione e dando precedenza alla prevenzione nella produzione dei rifiuti, al riuso, alla raccolta differenziata e al riciclaggio. Viene inoltre ribadito il principio europeo secondo cui “chi inquina paga”.

L’obiettivo principale di qualsiasi scelta politica in materia di rifiuti dovrebbe essere di ridurre al minimo le conseguenze negative della produzione e della gestione dei rifiuti urbani per la salute umana e l’ambiente.
I rifiuti urbani sono tutti quei rifiuti prodotti nelle nostre abitazioni e nelle aree pubbliche. Possono essere di tipo organico e non organico. La caratteristica dei rifiuti organici è quella di essere biodegradabili, cioè possono essere metabolizzati se lasciati nell’ambiente, anche se con tempi lunghi (un torsolo di mela viene metabolizzato in 6 mesi). I rifiuti non organici, invece, non sono biodegradabili e quindi se abbandonati nell’ambiente vi rimangono per moltissimi anni (una bottiglia di plastica “sopravvive” fino a 1.000 anni).

Sono considerati rifiuti urbani pericolosi tutti quei rifiuti che, pur avendo un’origine civile, contengono delle sostanze pericolose e che quindi devono essere gestiti diversamente rispetto agli altri rifiuti. Un esempio sono i medicinali scaduti e le pile. Conoscere la composizione dei rifiuti che si producono in città permette agli amministratori di programmarne meglio la gestione, quindi il riciclaggio ed eventualmente lo smaltimento in discarica.

Per conoscere nel dettaglio il modo in cui è organizzato il servizio di gestione dei rifiuti urbani nel tuo Comune è utile consultare la Carta della Qualità del Servizio, disponibile sul sito dell’azienda che si occupa del servizio, o presso i suoi sportelli aperti al pubblico. La Carta è il documento attraverso il quale l’azienda dichiara ai cittadini gli impegni che assume per garantire il miglioramento della qualità del servizio sulla base di quanto definito nel Contratto di servizio, stipulato con l’Ente di governo dell’ambito (EGATO), se costituito e operativo, o con le Amministrazioni locali.

All’interno della Carta sono riportati gli indicatori di qualità dei servizi forniti, così da consentire ai cittadini di verificare la rispondenza tra il livello di servizio dichiarato e quello effettivamente erogato, e le forme di tutela a disposizione del cittadino. Per saperne di più è utile anche leggere il Regolamento per la gestione dei rifiuti urbani adottato dal proprio Comune. Al suo interno sono disponibili informazioni utili su come è organizzato il servizio.

La tassa sui rifiuti

A partire dal 2014, la nuova tassa sui rifiuti prende il nome di TARI (non più TARSU, TIA o TARES).

Il Comune può definire la composizione della nuova tariffa in due modi e il cittadino può quindi trovarsi di fronte a:

1. una tariffa composta da una parte fissa – determinata in relazione alle componenti essenziali del costo del servizio, riferite agli investimenti per le opere ed ai relativi ammortamenti - e da una parte variabile - rapportata alle quantità di rifiuti conferiti, al servizio fornito e all’entità dei costi di gestione (come accadeva per la TIA).

Come si calcola la tassa rifiuti? a) Individua nella tabella delle tariffe per le utenze domestiche deliberate dal Comune l’importo “variabile” e l’importo “fisso” applicabili al tuo caso a seconda del numero di componenti della tua famiglia; b) moltiplica l’importo fisso individuato per i mq dell’abitazione; c) somma l’importo fisso così ottenuto a quello variabile indicato in tabella.

2. una tariffa commisurata alle quantità e qualità medie ordinarie di rifiuti prodotti per unità di superficie, in relazione agli usi e alla tipologia delle attività svolte nonché al costo del servizio (come accadeva per la TARSU).

Come si calcola la tariffa rifiuti? Moltiplica la tariffa deliberata dal Comune per le utenze domestiche per il numero di mq della tua abitazione.
In entrambi i casi, in aggiunta a quanto deliberato dal Comune, va poi considerato il tributo provinciale (dall’ 1 al 5% della tariffa).

La Tariffa puntuale
La tariffa puntuale è la modalità più equa di far pagare ai cittadini il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti: oltre ad una parte fissa, ogni utenza paga in base ai rifiuti indifferenziati realmente prodotti e conferiti.

Il principio di base è semplice: si paga per quanto rifiuto indifferenziato viene prodotto.

Questo sistema è vantaggioso per tutti i soggetti coinvolti:

  • per il Comune, che può distinguersi per virtuosità e correttezza dell’amministrazione;
  • per l’azienda gestore, che riesce a razionalizzare i costi del servizio di raccolta;
  • per gli utenti, che trovano nella riduzione della tariffa sia un vantaggio economico (pagano per il numero di conferimenti di indifferenziata) sia un riconoscimento del loro impegno.

 

Riduzioni tariffa rifiuti
I singoli Comuni possono prevedere riduzioni della tariffa rifiuti, in base a diversi criteri. Ad esempio:

  • riduzione della tariffa rifiuti del 10% per compostaggio: per chi ricicla gli scarti organici, facendo uso dei contenitori per la creazione del compost, molti comuni prevedono una riduzione dell’imposta sui rifiuti sino al 10%;
  • tessera a punti: diversi Comuni prevedono l’accumulo di punti, mediante una tessera magnetica, che danno diritto a sconti sulla Tari; i punti si ottengono conferendo rifiuti ai punti di riciclo comunali. I rifiuti vengono pesati e, a seconda del peso e del materiale conferito, viene assegnato un determinato punteggio, caricato nella tessera;
  • abitazioni occupate da una sola persona;
  • case vacanza: si tratta di abitazioni che restano a disposizione per la maggior parte dell’anno, soggette ad un utilizzo discontinuo, limitato o stagionale. Ad esempio, nel caso di occupazione temporanea di durata inferiore a 183 giorni, nella maggioranza dei Comuni viene applicata una tariffa giornaliera, comunque determinata in base alla tariffa annuale e rapportata ai giorni di occupazione, con una maggiorazione che non potrà superare il 100% (normalmente è prevista una riduzione forfettaria del 30% rispetto all’importo della tassa per i residenti stabili nel Comune). Ai fini dell’individuazione del requisito di “occupazione temporanea” si deve far riferimento alla effettiva durata dell’occupazione nel corso dell’anno: è comunque soggetta al tributo in misura integrale anche l’occupazione periodica o ricorrente (es. per il caso delle vacanze estive, esclusive o cumulate con quelle natalizie o pasquali o per fine settimana), qualora complessivamente, nel corso dell’anno, l’immobile risulti occupato per più di 183 giorni.
  • immobili occupati da soggetti che risiedono o dimorano all’estero, per oltre sei mesi all’anno;
  • fabbricati rurali ad uso abitativo;
  • immobili detenuti da Onlus ed enti assimilabili;
  • locali di culto;
  • nuclei familiari in condizioni disagiate;
  • contribuenti che smaltiscono una parte dei rifiuti in proprio, conformemente alla normativa, oppure che abbiano realizzato interventi tecnico-organizzativi comportanti una minore produzione di rifiuti (per verificare la spettanza della riduzione, però, il Comune effettuerà un’istruttoria tecnica, con la quale si escluda la preesistente obbligatorietà dell’azione del contribuente).

I Comuni possono altresì deliberare riduzioni della tariffa rifiuti e esenzioni, entro il 7% dell’intero introito, in base a specifiche condizioni dell’occupante oppure tenendo conto della capacità contributiva della famiglia.

Bonus tari 2020
Il bonus Tari è stato istituito a fine 2019 dal Decreto fiscale (art 57 bis D.l. 124/19. L'agevolazione riguarda gli stessi destinatari degli altri bonus sociali (acqua, luce e gas) ma purtroppo, a causa dell’emergenza, l’attuazione del provvedimento ha subito dei ritardi.
Con propria delibera, l’Arera (Autorità di settore) consente di anticipare l'applicazione del bonus tari 2020. I gestori infatti possono riconoscere per l'anno 2020 uno sconto sulla bolletta della Tari alle famiglie svantaggiate. L’agevolazione prevista con il bonus tari 2020 riguarda la parte variabile della tariffa, cioè quella legata alla produzione dei rifiuti stessi e solo per il 2020.

Per conoscere la tariffa applicata nel proprio comune, se capoluogo di provincia, è possibile consultare INFORMAP, il portale dell’informazione per il consumatore (www.informap-cittadinanzattiva.org) dove sono disponibili anche informazioni su qualità, tutele ed eventuali agevolazioni previste per i cittadini.

Per Conoscere le politiche di Cittadinanzattiva in tema di rifiuti (clicca qui

Chiama il numero 06 36718040 lunedì dalle 14.30 alle 17.30, mercoledì e venerdì dalle 10 alle 13, per ulteriori informazioni in tema di rifiuti o per assistenza e consulenza gratuite in questo ambito.

 

 

IL TRASPORTO PUBBLICO

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Cos’è e come funziona il trasporto pubblico locale
Elementi quali la congestione del traffico, il livello di incidentalità, le emissioni inquinanti, un trasporto pubblico non rispondente alle esigenze dei cittadini, il degrado delle aree urbane e il consumo di territorio pongono al centro del dibattito sulla qualità e sostenibilità della vita nei centri urbani l’interrogativo su come “spostare” persone e merci in un modo più efficace, efficiente e, principalmente, sostenibile. Un trasporto pubblico efficiente gioca un ruolo cardine per il miglioramento della qualità della vita nelle nostre città.

I servizi pubblici di trasporto regionale e locale sono dei sistemi di mobilità (terrestri, marittimi, lagunari, fluviali, ecc.) con itinerari, orari, frequenze e tariffe prestabilite in un territorio regionale o anche interregionale. Il principale punto di riferimento normativo per il settore dei trasporti è il Decreto Burlando che colloca in capo alle Regioni la competenza in materia dei servizi pubblici di trasporto locali e regionali. Questo decreto introduce importati elementi come ad esempio il contratto di servizio quale strumento regolatorio tra Ente affidante, ad esempio il Comune, e azienda affidataria, cioè l’azienda di trasporto.

La verifica dell’andamento del settore del trasporto pubblico locale è assicurato dall’Osservatorio nazionale sulle politiche per il trasporto pubblico locale.
Per maggiori informazioni visita la seguente pagina (clicca qui)

Per conoscere nel dettaglio come viene erogato il servizio di trasporto pubblico nel proprio Comune è utile procurarsi la Carta della mobilità, indicata anche come Carta della Qualità del Servizio. Puoi trovarla sul sito dell’azienda o presso i suoi sportelli/biglietterie.

La Carta è uno strumento che rafforza la garanzia della libertà di circolazione dei cittadini (come prevista all’art. 16 della nostra Costituzione e all’art. 8 del Trattato di Maastricht) sancendo un vero e proprio patto: con essa infatti l’azienda assume una serie di impegni nei confronti dei cittadini, utenti del servizio di trasporto pubblico, riguardo il servizio, le modalità di erogazione, gli standard di qualità e le forme di tutela previste. Ulteriori informazioni sono contenute nel Contratto di servizio stipulato tra l’ente locale e l’azienda erogatrice. Al suo interno sono disponibili informazioni utili come le caratteristiche dei servizi offerti, gli standard qualitativi minimi del servizio (in termini di età, manutenzione, confortevolezza e pulizia dei veicoli, e di regolarità delle corse), la struttura tariffaria, le sanzioni in caso di mancata osservanza del contratto, ecc.

I protagonisti dell’erogazione del servizio di trasporto sono tre: l’ente locale, l’azienda erogatrice del servizio, che lo organizza materialmente, e il cittadino, destinatario finale sulle cui esigenze di mobilità deve essere costruito il servizio di trasporto. Nella relazione tra questi tre soggetti, il contratto di servizio rappresenta lo strumento attraverso il quale l’amministrazione pubblica si impegna a perseguire un interesse generale, cioè quello di offrire un servizio di trasporto pubblico ai propri cittadini.

I diritti dei passeggeri su autobus
I diritti dei passeggeri su autobus sono sanciti dal Regolamento (UE) 181/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio europeo che si applica ai passeggeri di servizi regolari che percorrono distanze pari o superiori ai 250 km il cui punto di imbarco o di sbarco si trova all’interno del territorio dell’Ue.

Purtroppo, la specifica relativa alla distanza percorsa rende inapplicabile quanto stabilito nel Regolamento al trasporto locale effettuato con autobus, se non solo per alcuni aspetti, di seguito specificati.

A tutti i passeggeri di autobus a prescindere dalla distanza di percorrenza, quindi, anche nel caso di viaggi inferiori ai 250 km occorre garantire i seguenti diritti:

  • non discriminazionebasata direttamente o indirettamente sulla cittadinanza, in termini di tariffe e condizioni contrattuali per i passeggeri;
  • trattamento non discriminatorionei confronti di persone con disabilità e a mobilità ridotta nonché risarcimento per perdita o danni subiti dalle attrezzature per la mobilità in caso di incidente;
  • informazionisul viaggio a tutti i passeggeri prima e durante il viaggio stesso, nonché informazioni generali sui loro diritti presso le stazioni oppure on-line; ove possibile, tali informazioni sono fornite in formati accessibili a richiesta, per favorire le persone a mobilità ridotta;
  • sistema di trattamento dei reclamipredisposto dai vettori e a disposizione di tutti i passeggeri. Entro un mese dalla ricezione del reclamo il vettore notifica al passeggero se il reclamo è stato accolto, respinto o ancora in esame. Il tempo necessario per fornire una risposta definitiva non supera i tre mesi dal ricevimento del reclamo.

Organismi nazionali indipendenti in ciascun paese dell’UE con il compito di applicare il Regolamento e, se opportuno, comminare sanzioni. In Italia, l’Organismo designato è l’Autorità di Regolazione dei Trasporti

Le agevolazioni e le gratuità per chi viaggia con il TPL
In ogni città sono previste delle agevolazioni tariffarie, o addirittura la gratuità del titolo di viaggio, per determinate fasce di utenza. I requisiti di cui si tiene conto nel conferire o meno l’agevolazione/gratuità riguardano, nella maggior parte dei casi, l’essere portatore di handicap con una certa percentuale di invalidità riconosciuta, essere invalidi civili, sordomuti, non vedenti, così come definito dalle leggi regionali di riferimento per ciascun territorio.

Ciascun Comune può inoltre definire ulteriori agevolazioni tariffarie per il trasporto pubblico che tengano conto di parametri distinti. È possibile trovare agevolazioni per gli studenti (caso molto frequente), per le famiglie numerose, per determinate fasce di reddito, per lavoratori, per disoccupati, per pensionati e, talvolta, per casalinghe.

Per avere informazioni sulle agevolazioni tariffarie per il trasporto pubblico a disposizione nel proprio Comune, si consiglia di:

  • consultare la carta della mobilità
  • visitare il sito di chi gestisce il servizio di trasporto
  • telefonare ai numeri riservati al contatto con il pubblico

Per conoscere la tariffa applicata nel proprio comune, se capoluogo di provincia, è possibile consultare INFORMAP, il portale dell’informazione per il consumatore (www.informap-cittadinanzattiva.org) dove sono disponibili anche informazioni su qualità, tutele ed eventuali agevolazioni tariffarie per il trasporto pubblico previste per i cittadini.

Per conoscere le politiche di Cittadinanzattiva in tema di trasporto pubblico locale (clicca qui

Chiama il numero 06 36718040 lunedì dalle 14.30 alle 17.30, mercoledì e venerdì dalle 10 alle 13, per ulteriori informazioni in tema di trasporti o per assistenza e consulenza gratuite in questo ambito.

 

IL SERVIZIO DI ASILO NIDO COMUNALE

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Il servizio di asilo nido comunale è stato istituito dalla Legge 1044 del 1971 come Servizio sociale di interesse pubblico finalizzato “alla temporanea custodia dei bambini per assicurare un' adeguata assistenza alla famiglia ed anche per facilitare l’accesso della donna al lavoro nel quadro di un completo sistema di sicurezza sociale”.

A partire dal 2000, ai servizi per la prima infanzia viene riconosciuto un ruolo cruciale, non solo nel sostegno alla genitorialità, ma anche come strumento fondamentale nei percorsi di crescita del bambino. La sentenza della Corte Costituzionale n. 467 del 2002 indica come «Il servizio fornito dall’asilo nido non si riduce ad una funzione di sostegno alla famiglia nella cura dei figli o in mero supporto per facilitare l’accesso dei genitori al lavoro, ma comprende anche finalità formative, essendo rivolto a favorire l’espressione delle potenzialità cognitive, affettive e relazionali del bambino».

In tale ottica, la diffusione di tali servizi concorre a garantire le pari opportunità di educazione e di cura e a ridurre le disuguaglianze territoriali, economiche, etniche e culturali.

Lo sviluppo del sistema di offerta dei servizi per la prima infanzia viene incentivato negli anni sia a livello nazionale che europeo. Nel 2002 il Consiglio europeo di Barcellona ha definito come traguardo per gli stati membri, in termini di posti disponibili nei servizi per la prima infanzia, la copertura di almeno un terzo della domanda potenziale, cioè il 33% dei bambini sotto i 3 anni entro il 2010, per sostenere la conciliazione della vita familiare e lavorativa e promuovere la maggiore partecipazione delle donne nel mercato del lavoro. Purtroppo il nostro Paese è ad oggi ancora ben al di sotto di questa soglia.

Diverse sono le criticità che si riscontrano in questo settore:

  • Limitata offerta del settore zero/tre: ancora lontana dagli obiettivi europei stabiliti nel 2002, è fortemente frenata dai finanziamenti disponibili – discontinui, frammentati e insufficienti – così che i costi continuano a gravare principalmente sui bilanci dei comuni e delle famiglie;
  • disuguaglianza territoriale: il tasso di povertà materiale ed educativa dei bambini è in aumento, ed ai primi troviamo tutte regioni del Sud (Campania, Sicilia, Calabria, Puglia e Molise);
  • difficoltà nell’integrazione del sistema e della relativa governance, che deve essere raggiunta a tutti i livelli: tra pubblico e privato, tra nidi tradizionali e servizi integrativi, tra Nord e Sud, tra Stato, Regioni e Comuni, tra sociale ed educativo, tra profili professionali di educatori ed insegnanti.

I costi per le famiglie
Gli asili nido comunali rientrano nella gamma dei servizi a domanda individuale resi dal Comune a seguito di specifica domanda dell’utente. Contestualmente all’approvazione del Bilancio di previsione deve essere definita la misura percentuale di copertura dei costi di tutti i servizi a domanda individuale da parte dell’utenza. Chiaramente, minori saranno le risorse a disposizione del Comune e maggiore sarà la contribuzione richiesta all’utente del servizio in oggetto.

Come viene calcolato l’importo della retta dell’asilo nido? 
Nella quasi totalità dei casi le rette asilo nido a carico delle famiglie sono determinate in base a degli scaglioni ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente). Tali scaglioni però variano molto da città a città: si passa da casi in cui sono presenti al massimo 3 fasce, a cui corrispondono quindi solo 3 tariffe differenziate, a quelli con anche 40 fasce, che definiscono gli importi a carico della famiglia con maggiore proporzionalità rispetto al reddito familiare.
Come emerge dal nostro ultimo dossier sul servizio di asilo nido comunale, realizzato dall’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva (disponibile qui), la spesa media mensile per la famiglia tipo individuata, relativa al pagamento delle rette asilo nido, per l’anno scolastico 2019-2020, è di € 303 con una variazione in aumento dello 0,9% rispetto all’anno precedente.

Per conoscere la tariffa applicata al servizio di asilo nido comunale nella propria città, se capoluogo di provincia, è possibile consultare INFORMAP, il portale dell’informazione per il consumatore (www.informap-cittadinanzattiva.org) dove sono disponibili anche informazioni su qualità, tutele ed eventuali agevolazioni asilo nido previste per i cittadini.

Bonus asilo nido 2020
La legge 27 dicembre 2019, n. 160 ha incrementato, a decorrere dall’anno 2020, l’importo del contributo per il pagamento delle rette asili nido pubblici e privati, nonché per l’introduzione di forme di supporto presso la propria abitazione in favore dei bambini al di sotto dei tre anni, affetti da gravi patologie croniche.

Bonus asilo nido 2020: requisiti
Ecco i nuovi importi destinati alle famiglie:

  • un massimo di 3.000 euro su base annua per i nuclei familiari in possesso di ISEE minorenni in corso di validità (riferito al minore per il quale è richiesta la prestazione) fino a 25.000 euro;
  • un massimo di 2.500 euro per i nuclei familiari con un ISEE minorenni compreso tra 25.001 e 40.000 euro;
  • fino a 1.500 euro nell’ipotesi di ISEE minorenni oltre la predetta soglia di 40.000 euro, ovvero in assenza dell’ ISEE.

Il bonus è una agevolazione asili nido che si può richiedere sia online (tramite il servizio on line dedicato accessibile direttamente dal cittadino in possesso di un PIN INPS dispositivo, di una identità SPID o di una Carta Nazionale dei Servizi (CNS) per l'accesso ai servizi telematizzati dell'Istituto), sia tramite patronati o chiamando il Contact Center INPS.
Per maggiori informazioni, consulta il sito dell’INPS

 

Chiama il numero 06 36718040 lunedì dalle 14.30 alle 17.30, mercoledì e venerdì dalle 10 alle 13, per ulteriori informazioni in tema di asili nido o per assistenza e consulenza gratuite in questo ambito.

 

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Il call center, gli ulteriori strumenti di tutela a disposizioni dei cittadini (consultabili qui), i dossier e i materiali informativi sono realizzati nell’ambito del progetto “Consapevolmente consumatore, ugualmente cittadino”, finanziato dal Ministero dello sviluppo economico ai sensi del DM 7 febbraio 2018 (www.cittadinanzattiva.it/piusaipiusei)

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Redazione Online

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