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fatturazione 28 giorni copy copy

La questione della fatturazione a 28 giorni si avvia alle battute finali seppure non sia ancora chiaro come ottenere concretamente il rimborso dagli operatori telefonici.
Wind Tre, Vodafone, Tim e Fastweb decisero infatti tre anni fa di fatturare i clienti con una scadenza quadrisettimanale, ovvero a 28 giorni. Ciò ha permesso di conseguire alle aziende un guadagno su base annuale di una tredicesima mensilità. Le reazioni non si sono fatte attendere: le Autorità indipendenti sono intervenute indicando di ristabilire il mese solare come periodo di fatturazione. Ma non solo. Hanno anche ritenuto questo comportamento frutto di un accordo (hanno coordinato le proprie strategie commerciali con l’obiettivo di “mantenere il prezzo incrementato, vanificando il confronto commerciale e la mobilità dei clienti”) meritevole di sanzioni.


Di recente, anche il Consiglio di Stato, si è poi definitivamente espresso in senso contrario alle istanze avanzate dalle compagnie ricorrenti, ribadendo la legittimità dei provvedimenti assunti a tutela dei consumatori.
Detto questo, come ottenere i rimborsi?
Ci sono due strade: per coloro che sono ancora clienti dell’operatore telefonico che applicò la fatturazione a 28 giorni, il rimborso dovrebbe attuarsi attraverso una compensazione diretta nelle bollette successive; per quanti, invece, non sono più clienti dello stesso operatore, il rimborso dovrebbe attuarsi per mezzo di uno specifico reclamo da inoltrare alla compagnia interessata. Attenzione però: in molti casi le compagnie telefoniche propongono altre forme di compensazione, quali sconti o servizi gratuiti, in cambio della rinuncia ai previsti conguagli monetari.

Approfondisci la sentenza del Consiglio di Stato

Edoardo Rinaldi

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