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Sanità ligure in cura dimagrante, a rischio i diritti dei cittadini.Conclusa la tappa di Genova del tour itinerante del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva "Sono malato anch'io. La mia salute è un bene di tutti.
“Il servizio sanitario ligure ha subito una cura dimagrante con effetti deleteri sui diritti dei cittadini: liste di attesa troppo lunghe e ticket insostenibili spingono di fatto le persone a rivolgersi al privato, con costi ormai insostenibili per le loro tasche”, nelle parole di Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva, la “diagnosi” del servizio sanitario in Liguria emerso dai due giorni della tappa genovese del tour Sono malato anch’io. La mia salute è un bene di tutti, tenutasi il 17 e 18 giugno.

“Una signora, rivoltasi al nostro punto informativo allestito in piazza a Genova, ci ha raccontato che per avere una diagnosi di tumore al colon retto ha dovuto spendere di tasca propria 900 euro. I cittadini liguri hanno subito l’effetto dei tagli”.

Per citare alcune cifre, tra il 2000 e il 2013 i posti letto in Liguria hanno subito un taglio del 30%; la spesa per il personale sanitario è diminuita del 2,9% nel 2012. E l’assistenza territoriale, dal canto suo, non è stata rafforzata: ad esempio la percentuale di anziani tratti in ADi (assistenza domiciliare integrata) è calata dal 3,76% del 2011 al 3,5% del 2012 (rispetto all'indicazione nazionale fissata nel 4%). Sono aumentati i costi a carico dei cittadini: per i ticket la spesa privata è passata dai 36 milioni del 2008 ai 46 milioni del 2012, con un incremento del 13,4% fra 2011 e 2012; analogamente, per l’intramoenia i cittadini liguri hanno sborsato, nel 2012, 40 milioni di euro.

Inoltre, sul fronte della prevenzione, insieme a Sicilia, Calabria ed Abruzzo, la Liguria è fanalino di coda sui livelli di adesione dei cittadini agli screening per cancro alla mammella, alla cervice uterina e al colon retto.

E se è vero che tra 2000 e 2011 è diminuito del 13,2% l’accesso al pronto soccorso e del 6,6% i ricoveri conseguenti ad esso, resta una situazione di emergenza: barelle ferme, giorni di attesa per avere un ricovero, rischio infettivo e violazione della privacy a causa del sovraffollamento nei pronto soccorso. Le buone pratiche messe in campo, dal canto loro, sono a macchia di leopardo e poco conosciute dai cittadini.

“Chiediamo alla Regione di avviare un percorso partecipato di riorganizzazione dei servizi - a livello territoriale, ospedaliero e della emergenza-urgenza - che sia svolta in maniera sinergica e contemporanea e con una copertura uniforme sul territorio per ridefinire l’offerta a partire dal nuovo regolamento degli standard ospedalieri”, afferma Rita Hervatin, coordinatore regionale del Tribunale per i diritti del malato. “La priorità è sicuramente lavorare sui tempi di attesa e vietare il blocco delle liste, perché i cittadini abbiano accesso ai servizi in tempi certi e senza oneri aggiuntivi se sono costretti a rivolgersi al canale intramurario. Inoltre, è fondamentale lavorare per l’empowerment dei cittadini, non solo promuovendo l’educazione sanitaria e i corretti stili di vita, ma cominciando ad informarli su tutti i servizi loro offerti”

Con la campagna itinerante “Sono malato anch’io – La mia salute è un bene di tutti”, il Tribunale per i diritti del malato di Cittadinanzattiva, in occasione del trentacinquennale dalla sua fondazione, attraverserà tutto il nostro Paese, facendo tappa in 23 diverse città, a partire dal 18 aprile 2015 e fino alla fine del mese di ottobre. La stessa è realizzata con il sostegno non condizionato di ABBVIE, e avrà come partner il portale di crowdfunding “EPPELA”. La campagna sarà rappresentata nelle principali piazze per due giorni da una “mostra fotografica” sui diritti dei cittadini, ispirata ai 14 diritti contenuti nella Carta Europea dei Diritti del Malato promossa da Cittadinanzattiva nel 2002, e un grande gazebo personalizzato. Tutte le informazioni sono disponibili sul sito www.sonomalatoanchio.org.

Ufficio Stampa

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