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Comunicati

 Reato di tortura

"La nostra organizzazione si è impegnata nella battaglia per l'introduzione del reato di tortura nell'ordinamento nazionale, perché siamo convinti che il terreno della protezione dei diritti umani sia patrimonio di tutti i cittadini. Certo, il testo approvato è abbastanza lontano da quanto auspicato e presenta forti limiti, da quelli legati alla configurazione della tortura come reato comune e non come reato proprio - seppure con un'aggravante quando il fatto è commesso da pubblico ufficiale - alla necessità, alquanto pleonastica e quindi foriera di difficoltà di applicazione, che la sofferenza inflitta sia "ulteriore rispetto all'esecuzione delle legittime misure privative o limitative dei diritti", alla limitazione dell'ambito di applicazione del reato ai soli casi in cui la vittima è affidata o sottoposta all'autorità dell'agente", ad affermarlo Laura Liberto, coordinatrice nazionale di Giustizia per i diritti-Cittadinanzattiva.

"D'altro canto, nel corso degli ultimi vent'anni, si sono succeduti numerosi tentativi di introdurre il reato, sistematicamente sfumati anche a causa di resistenze e timori di parte consistente della politica e dei puntuali tentativi di ideologizzare strumentalmente un tema che riguarda semplicemente la tutela dei diritti umani e l'esistenza civile di tutti.
Ciò considerato, l'approvazione della proposta di legge da parte della Camera rappresenta comunque un passo concreto per colmare una gravissima lacuna nel nostro ordinamento e sopperire ad un ritardo di più di un quarto di secolo sull'adempimento degli obblighi internazionali assunti dall'Italia con la ratifica della Convenzione ONU contro la tortura.
Il nostro impegno naturalmente prosegue, continueremo a monitorare l'iter parlamentare e ad adoperarci affinché sia definitivamente portato a compimento nel corso di questa legislatura".

Laura Liberto

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