La prima sezione del Tribunale civile di Roma ha stabilito che il genitore che riconosce il figlio, seppur mentendo, non è poi legittimato a tornare sui suoi passi ed a chiederne il disconoscimento, anche se esiste la prova del Dna sulla non paternità. I giudici tutelano quindi il diritto del figlio a non vedere stravolto il proprio status: la famiglia degli affetti vince, questa volta, sulla famiglia biologica. Per saperne di più