Menu

Approfondimenti

Molte sono state le notizie e le discussioni che si sono succedute durante questi mesi estivi in merito alla prossima riapertura delle scuole, dalla riorganizzazione degli spazi ai comportamenti da adottare nel caso in cui si registri un caso di positività all’interno degli istituti, e innumerevoli sono state le soluzioni proposte dal Comitato Tecnico Scientifico. In vista dell’imminente ripresa delle attività scolastiche, prevista per il 14 Settembre prossimo (con alcune variazioni da Regione a Regione), ecco le principali novità fin qui introdotte.

Invitiamo i cittadini che volessero segnalarci disagi per la riapertura delle scuole o buone pratiche messe in campo dagli istituti per l'avvio dell'anno scolastico a scriverci a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

 

La gestione degli spazi comuni
Il primo pensiero che ci viene in mente pensando alla scuola sono senza dubbio gli spazi comuni, da sempre luogo di aggregazione e ritrovo degli alunni tra una lezione e l’altra: la ricreazione passata a girovagare nei corridoi o a giocare nel cortile, assieme al pranzo svolto in mensa, sono esperienze (e ricordi) che ognuno di noi ha vissuto durante il periodo scolastico. Ma come ci si comporterà nell’anno del COVID?

 

A mensa in sicurezza: turni e pasti monoporzione
Il momento del pranzo in mensa è stato oggetto di un lungo dibattito tra gli esperti del Comitato Tecnico Scientifico, dovendo far convivere la necessità del pasto con il rispetto delle norme di sicurezza anti-COVID che ormai conosciamo fin troppo bene. Così come accaduto nella ristorazione, anche in questo caso è necessario evitare che si verifichino assembramenti di persone concentrate tutte nello stesso luogo e nello stesso orario. L’orientamento attuale del Comitato è quindi quello di garantire il servizio mensa ma, allo stesso tempo, di prevedere più turni, in modo da evitare che tante classi (e quindi tanti ragazzi) possano creare pericolosi assembramenti.

Naturalmente non si può pensare alla questione dei turni senza tenere conto della grandezza del refettorio a disposizione dell’istituto: anche su questo punto, il Comitato è intervenuto proponendo due soluzioni differenti.

La prima prevede la riconversione di altri spazi, più ampi, in refettori nei quali consumare il proprio pasto, ottenendo assieme il rispetto delle misure di sicurezza e la non eccessiva dilatazione delle tempistiche dei turni.

La seconda, che specifichiamo essere ancora oggetto di discussione, prevede che nel caso in cui il refettorio non consenta il rispetto delle norme di sicurezza anti-COVID, e non siano altresì disponibili altri spazi per la riconversione, il pasto debba essere consumato all’interno della propria classe, con gli alunni seduti al proprio banco. In questa situazione deve però essere garantita, da parte della scuola, l’igienizzazione in tempi ragionevoli dei locali utilizzati come mensa, in modo da consentire una normale ripresa delle lezioni.

A prescindere dalla soluzione che verrà percorsa dai singoli istituti, decisa in base alle loro possibilità, rimarrà comunque imprescindibile la fornitura di posate e stoviglie monouso per ogni fruitore della mensa.

 

Cortili, palestre e corridoi: dalla ricreazione all’attività motoria
Altro tassello importante riguarda il comportamento da adottare negli altri spazi comuni della scuola in momenti come la ricreazione o l’attività motoria da svolgere nelle ore di educazione fisica. Innanzitutto, per tutti gli alunni di età superiore ai 6 anni, è stato reso obbligatorio indossare la mascherina durante gli spostamenti all’interno della scuola, sia tra le aule che nei corridoi, con la possibilità di toglierla solo una volta giunti al proprio banco. Rimane fondamentale il rispetto della distanza di sicurezza tra gli alunni e, per quanto concerne le attività fisiche, deve venire privilegiato, quando possibile, lo svolgimento di queste nei cortili della scuola in modo da garantire sia il distanziamento interpersonale, che deve essere di almeno 2 metri (soprattutto se l’attività è svolta in palestra), oltre che un’ottimale areazione. Viene comunque sconsigliato, almeno nelle prime fasi di apertura delle scuole, lo svolgimento dei classici giochi e sport di squadra in favore di attività sportive individuali in grado di garantire un più efficace distanziamento.

Per quanto riguarda i bambini del nido o della materna, inoltre, è stato previsto il divieto di portare ogni tipologia di giocattoli personali da casa per evitare qualsiasi rischio di un possibile contagio.

 

La questione dei “banchi” tra vecchi e nuovi arredi
Negli ultimi mesi si è parlato molto dei nuovi banchi monoposto da utilizzare nelle aule degli istituti per fare in modo di rispettare le norme di distanziamento sociale che, in presenza dei tipici banchi biposto, sarebbe stato di difficile attuazione. Senza ripercorrere tutte le varie proposte degli ultimi mesi, partiamo da quanto viene riportato sul sito del Ministero dell’Istruzione: la nuova tipologia di banchi monoposto è stata espressamente consigliata dal Comitato Tecnico Scientifico, definendola come “una delle misure utili per consentire il distanziamento tra gli alunni”. Tale misura ha consentito di avviare quel processo di rinnovamento degli arredi presenti nei vari istituti, in larga parte vetusti e mal messi, dando il via a ciò che speriamo possa rappresentare l’avvio di una manutenzione più ampia degli edifici scolastici italiani, tematica che abbiamo sempre sostenuto attivamente e sulla quale continueremo ad essere sempre vigili.

 

Responsabilità condivise: tra nuove attenzioni e nuovi ruoli
Nonostante i rigidi protocolli imposti alle scuole per la riapertura in sicurezza possano sembrare più che sufficienti per garantire la sicurezza degli alunni non si può trascurare il fatto che, in una situazione come questa, sia necessario introdurre dei protocolli sia in fase preventiva che nel (malaugurato) caso in cui si registri una situazione di positività all’interno di una classe. È proprio in quest’ottica che il Comitato Scientifico ha previsto nuove responsabilità per i genitori degli alunni, responsabili della fase di prevenzione, e ha introdotto in ogni scuola il ruolo del “Referente Scolastico per il COVID”.

 

Fase di prevenzione: il ruolo dei genitori
La responsabilità del genitore inizia sin da casa, quando deve sincerarsi che il proprio figlio non presenti sintomi riconducibili al COVID o che non abbia una temperatura corporea superiore ai 37.5°C, vista anche la disposizione che prevede la non-misurazione di essa prima dell’ingresso a scuola.

Su questi ambiti si sono avute parecchie discussioni in questi mesi e altrettante se ne stanno facendo in questo momento, come ad esempio: se il ragazzo avesse una tosse leggera, posso mandarlo a scuola? E se la temperatura fosse di 37.2°C, invece che 37.5? E perché non può essere misurata la temperatura prima che gli alunni facciano il loro ingresso a scuola?

Naturalmente queste domande sono al centro di un forte confronto della comunità medica, oltre che quella politica: da una parte si hanno coloro che ritengono le linee guida dell’OMS e del Ministero della Salute ampiamente sufficienti e che quindi, se non si è in presenza di evidenti sintomi riconducibili al COVID o di una temperatura pari o superiore ai 37.5°C, allora i ragazzi debbono recarsi a scuola. Dall’altra, invece, vi sono medici più prudenti che ritengono utile abbassare la soglia della temperatura limite in corrispondenza di quei 37.2°C citati in precedenza (la cosiddetta “febbricola”), e di lasciare a casa i ragazzi che la presentano. Lo scontro politico si sta invece avendo sulla terza questione, ossia quella della misurazione della temperatura prima dell’ingresso nell’istituto, molte Regioni stanno premendo sul Comitato Tecnico Scientifico per fare in modo che questa venga effettuata direttamente dagli istituti scolastici e alcune amministrazioni, come quella capitolina, hanno reso obbligatoria tale misurazione per gli alunni di età inferiore a 6 anni e al personale scolastico relativo (asili nido e scuole dell’infanzia).

A prescindere da questo dibattito, però, la linea del Ministero della Salute è quella di consentire l’ingresso a scuola agli alunni che non presentino chiari ed evidenti sintomi riconducibili al COVID e una temperatura corporea inferiore ai 37.5°C. I genitori dell’alunno dovranno comunicare l’assenza scolastica per motivi di salute e informare il Medico curante (o il Pediatra) che, in caso di sospetto COVID, provvederà a far eseguire un test diagnostico e a comunicare la situazione al Dipartimento di prevenzione.

 

Fase di monitoraggio e azione: il ruolo del “Referente Scolastico per il COVID”
Per consentire una maggiore comunicazione e raccordo tra il Servizio Sanitario Nazionale e gli istituti scolastici è stata creata la figura del “Referente Scolastico per il COVID”, avente sia il compito di ricostruire i componenti di tutte le classi presenti nell’istituto che quello di interfacciarsi direttamente con il Dipartimento di prevenzione nel caso in cui si verificasse un caso confermato di positività al COVID. In questo caso, stando alla procedura prevista dalle linee guida, il “Referente Scolastico” deve attivarsi per ricostruire l’elenco degli studenti della classe in cui si è verificato il caso confermato (sia assenti che presenti), l’elencato degli insegnanti e del personale scolastico che ha svolto attività all’interno della suddetta classe, ricostruire i contatti avvenuti nelle 48 ore precedenti a quelle della comparsa dei sintomi (per gli asintomatici bisogna considerare le 48 ore precedenti la raccolta del campione che ha portato alla diagnosi) e quelli avvenuti nei 14 giorni successivi alla comparsa dei sintomi (o alla diagnosi positiva), assieme all’elenco degli alunni o degli operatori scolastici con fragilità (sia presenti che assenti).

Nel caso in cui, invece, un alunno presenti sintomi riconducibili al COVID e/o una temperatura corporea superiore ai 37.5°C mentre è presente a scuola, allora il “Referente Scolastico” deve attivarsi e contattare immediatamente i genitori/tutore legale dell’alunno, il quale dovrà essere dotato di una mascherina chirurgica (se sprovvisto e se maggiore di 6 anni) e tenuto in una stanza dedicata nella quale si procederà ad un’ulteriore rilevazione della temperatura da parte del personale scolastico preposto mediante termometro ad infrarossi. Il minore, durante lo svolgimento di queste operazioni, dovrà essere in compagnia di un adulto, il quale dovrà rispettare tutte le normali misure di prevenzione del caso.

Se l’alunno risulterà positivo, allora il “Referente Scolastico” inizierà la procedura di ricostruzione dei contatti; se invece risulterà negativo al tampone l’alunno, a discrezione del Pediatra/Medico di base, dovrà ripetere il test a distanza di 2-3 giorni e restare a casa fino a guarigione clinica e all’eventuale conferma della negatività al secondo test.

 

Consigli utili e raccomandazioni finali
Questo sarà il cosiddetto “anno zero” per le scuole; ciò implica che quanto da noi detto in questo frangente potrà essere oggetto di cambiamenti in relazione all’andamento dell’anno scolastico e della curva dei contagi.

Al momento, bisogna ricordare quanto segue:

  • se vostro figlio o vostra figlia presenta sintomi riconducibili al COVID (tosse, raffreddore), o una temperatura corporea superiore ai 37.5°C, non portatelo a scuola e contattate il pediatra/medico di famiglia che provvederà, nel caso lo reputi necessario, a prescrivere il tampone naso-faringeo;
  • nel caso in cui risulti positivo al tampone per il COVID, provvedete ad avvertire tempestivamente la scuola e il “Referente Scolastico per il COVID” (che sarà comunque anche avvertito obbligatoriamente dalla Asl di riferimento);
  • nel caso in cui risulti negativo al primo tampone, e il Pediatra/Medico di base decidesse eventualmente di farne un secondo, attendete comunque il risultato negativo del secondo test prima di farlo rientrare a scuola;
  • ricordate l’obbligo, per i ragazzi di età superiore a 6 anni, di indossare la mascherina durante gli spostamenti all’interno dell’istituto;
  • se avete un bimbo o una bimba al nido o alla materna, non fate portare loro i giocattoli con cui giocano a casa;
  • consultate il sito della scuola frequentata da vostro figlio/a per conoscere le indicazioni relative allo svolgimento delle attività didattiche e alle eventuali ulteriori raccomandazioni da seguire nei locali scolastici.

La guida Coronavirus è realizzata grazie al sostegno non condizionante di Bayer, Celgene, Novo Nordisk, Servier e Janssen.

Redazione Online

Iscriviti alla newsletter

Valore non valido

Valore non valido

Valore non valido

Valore non valido

Valore non valido

Valore non valido


Valore non valido

Valore non valido