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Approfondimenti

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L’offerta di posti e la domanda di ammissione

Ciascun Comune può far fronte alla domanda di posti negli asili nido organizzando l’offerta secondo diverse forme di gestione, anche integrate tra di loro. Ci possono essere infatti:

  • asili nido comunali a gestione diretta. Si tratta di strutture educative gestite e coordinate dal Comune attraverso il proprio personale;
  • asili nido in concessione (gestione indiretta). Si tratta di strutture educative comunali affidate in gestione a soggetti terzi privati;
  • asili nido privati convenzionati (gestione indiretta). Sono strutture private che, avendo superato uno specifico percorso di accreditamento, sono convenzionate con il Comune e offrono gli stessi standard di qualità.

Le regole per l’ammissione negli asili comunali sono determinate dall’apposito Regolamento comunale, che prevede criteri, organizzazione e funzionamento del servizio.

Le domande d’iscrizione sono, per la maggioranza dei Comuni, da presentare in modalità on-line accedendo al portale del Comune di appartenenza della famiglia.

La comunicazione di ammissione avviene generalmente attraverso la pubblicazione della graduatoria provvisoria, e trascorsi i termini per gli eventuali ricorsi e richieste di chiarimento, con la pubblicazione della graduatoria definitiva, nella quale è indicata l’assegnazione finale.

Il costo del servizio per la famiglia

Gli asili nido comunali rientrano nella gamma dei servizi a domanda individuale resi dal Comune a seguito di specifica domanda dell’utente. Contestualmente all’approvazione del Bilancio di previsione deve essere definita la misura percentuale di copertura dei costi di tutti i servizi a domanda individuale da parte dell’utenza. Chiaramente minori saranno le risorse a disposizione del Comune e maggiore sarà la contribuzione richiesta all’utente del servizio in oggetto.

Come viene calcolato l'importo della tariffa? Nella quasi totalità dei casi le rette a carico delle famiglie sono determinate in base a degli scaglioni ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente). Tali scaglioni però variano molto da città a città: si passa da casi in cui sono presenti al massimo 3 fasce, a cui corrispondono quindi solo 3 tariffe differenziate, a quelli con anche 40 fasce, che definiscono gli importi a carico della famiglia con maggiore proporzionalità rispetto al reddito familiare.

Come emerge dal nostro ultimo dossier sul servizio di asilo nido comunale, realizzato dall’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva (disponibile qui), la spesa media mensile per la famiglia tipo individuata, per l’anno scolastico 2019-2020, è di € 303 con una variazione in aumento dello 0,9% rispetto all’anno precedente.

La figura seguente offre uno spaccato dei costi medi sostenute dalla famiglia tipo da noi presa in considerazione, regione per regione.

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La regione in cui si registra la spesa media mensile più bassa è il Molise, dove però si rileva l’assenza del servizio nella città di Isernia, mentre sono le famiglie del Trentino Alto Adige a dover sostenere quella più alta.

Aumenti delle rette hanno interessato prevalentemente le regioni del Sud Italia: Abruzzo, Calabria, Campania, Molise, Puglia e Sicilia. Al contrario, le principali variazioni in diminuzione si collocano nelle regioni del Nord: Liguria e Piemonte.

Sebbene gli incrementi riguardano le regioni meridionali (+5,1%) la spesa media più elevata continua a caratterizzare città collocate al Nord, come mostra l’immagine seguente.

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I capoluoghi di provincia con le tariffe più basse si collocano invece tutti al Sud e sono: Catanzaro €100,  Cagliari €133, Crotone €140,  Ragusa €140, e Trapani €152.

Il dettaglio dei costi per ogni città capoluogo di provincia è disponibile su INFORMAP - il portale dell'informazione per il consumatore

Esenzioni - agevolazioni - riduzioni presenti a livello comunale, regionale e nazionale

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Secondo le nostre rilevazioni, a livello comunale è stato riscontrato l’esplicito riferimento a possibili esenzioni dal pagamento della retta solo nel 48% circa dei casi.

Si tratta soprattutto di nuclei familiari che versano in particolare stato di disagio socio economico e già seguiti dai Servizi sociali e dagli stessi segnalati al fine dell’ottenimento della gratuità del servizio.

Nel 36,5% dei casi è prevista l’esenzione dal pagamento per i nuclei familiari che rientrano nella prima delle fasce ISEE individuate ai fini della determinazione delle rette. La situazione è comunque molto variegata in considerazione del fatto che le fasce differiscono notevolmente per ampiezza (da fasce € 0 - 1.500 a fasce € 0 - 7.500).

Le rimanenti tipologie, ed in misura più limitata, riguardano l’accesso al servizio di bambini portatori di handicap grave (certificato) e nuclei familiari numerosi. Per quanto riguarda le riduzioni applicate alle rette in determinate circostanze spiccano soprattutto quelle dovute alla contemporanea frequenza del servizio nido o di altri servizi per l’infanzia di due o più bimbi appartenenti al medesimo nucleo familiare.

Per quanto riguarda il livello regionale, risultano essere dieci le regioni che si distinguono in positivo per aver emanato disposizioni per misure volte al contenimento o abbattimento dei costi a carico delle famiglie per la frequenza dei nidi di infanzia.

 tabella

Novità bonus nido 2020

La legge 27 dicembre 2019, n. 160 ha incrementato, a decorrere dall’anno 2020, l’importo del contributo per il pagamento di rette relative alla frequenza di asili nido pubblici e privati, nonché per l’introduzione di forme di supporto presso la propria abitazione in favore dei bambini al di sotto dei tre anni, affetti da gravi patologie croniche.

Ecco i nuovi importi destinati alle famiglie:

  • un massimo di 3.000 euro su base annua per i nuclei familiari in possesso di ISEE minorenni in corso di validità (riferito al minore per il quale è richiesta la prestazione) fino a 000 euro;
  • un massimo di 500 euro per i nuclei familiari con un ISEE minorenni compreso tra 25.001 e 40.000 euro;
  • fino a 500 euro nell’ipotesi di ISEE minorenni oltre la predetta soglia di 40.000 euro, ovvero in assenza dell’ ISEE.

Il bonus nido si può richiedere sia online (tramite il servizio on line dedicato accessibile direttamente dal cittadino in possesso di un PIN INPS dispositivo, di una identità SPID o di una Carta Nazionale dei Servizi (CNS) per l'accesso ai servizi telematizzati dell'Istituto), sia tramite patronati o chiamando il Contact Center INPS.

Per maggiori informazioni, consulta il sito dell’INPS

La qualità e le tutele del servizio di asilo nido comunale

Il primo strumento utile a disposizione dei genitori per farsi un’idea della qualità del servizio di asilo nido e delle forme di tutela a propria disposizione è la Carta della qualità del servizio.

Ogni Comune dovrebbe avere questo documento all’interno del quale si esplicita l’impegno per il buon funzionamento del servizi educativo proposto dal nido nei confronti di tutti i bambini e delle loro famiglie, in un’ottica di corresponsabilità e compartecipazione, con l’intento di tutelare i bambini e di fornire adeguati strumenti di controllo e valutazione, sulla base delle normative in vigore.

La Carta dei Servizi come strumento di tutela per i cittadini è stata introdotta con la Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 27 gennaio 1994 denominata “Principi sull’erogazione dei servizi pubblici”.

Dalle rilevazioni di Cittadinanzattiva condotte in tutti i capoluoghi di provincia italiani emerge che tale documento non solo non risulta essere presente ovunque, ma contiene delle informazioni non uniformi a livello nazionale.

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Individuando una serie di informazioni ritenute più significative dal punto di vista del genitore che approccia il servizio, abbiamo rilevato una notevole disomogeneità nei contenuti, come riporta l’immagine seguente.

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Rispetto alla fruizione del servizio di asilo nido comunale, il fatto che non esistono, come visto, strumenti uniformi per valutare il servizio e quindi pretendere migliori livelli di qualità, rende più complicato esigere il rispetto dei propri diritti e attivare le necessarie tutele in caso si subisca un disservizio.

Con riferimento all’indagine da noi effettuata relativamente alle carte della qualità del servizio abbiamo visto come in quasi la metà dei casi non sia presente un’indicazione di contatto per effettuare una segnalazione o un reclamo. Dove presente il contatto, nella metà dei casi non è comunque indicato il tempo massimo entro il quale si ha diritto a ricevere una risposta.

Il nostro consiglio ai genitori è comunque quello di leggere sempre il contenuto della Carta della qualità del servizio e del Regolamento del servizio.

Il Regolamento generalmente fissa finalità e compiti delle strutture, regola l’accesso al servizio e l’organizzazione dello stesso, definisce la qualità del servizio e le modalità di partecipazione delle famiglie.

La Carta dei servizi rende fruibili a tutte le famiglie interessate le informazioni utili e chiare sui diritti degli utenti, sulle procedure per accedere ai servizi e sulle modalità di erogazione dei servizi. Cosa fondamentale per la carta dei servizi, in un’ottica di tutela degli utenti, è quella di individuare obiettivi standard della qualità del servizio e controllare periodicamente il loro rispetto e la loro implementazione.

Uno strumento di tutela a cui poter ricorrere, nel caso di pubbliche amministrazioni, per verificare ad esempio la trasparenza e la correttezza delle procedure, come ad esempio quella relativa alla pubblicazione della graduatoria di accesso al servizio secondo lo schema di punteggio descritto al momento dell’iscrizione, è l’accesso civico.

Il 23 dicembre 2016 è entrato in vigore il decreto legislativo 97 del 25/06/2016 inerente l’introduzione dell’accesso civico generalizzato. Il decreto prevede che “chiunque” ha “diritto di accedere ai dati e ai documenti detenuti dalle pubbliche amministrazioni, ulteriori rispetto a quelli oggetto di pubblicazione, nel rispetto dei limiti relativi alla tutela di interessi giuridicamente rilevanti”, e può farlo attraverso l’accesso civico semplice o attraverso l’accesso civico generalizzato.

Nel primo caso, chi fa richiesta non deve dimostrare di avere un interesse diretto verso una situazione giuridica e può chiedere informazioni riguardo la mancata pubblicazione di atti.

Nel secondo caso, invece, “chiunque ha diritto di accedere ai dati e ai documenti detenuti dalle pubbliche amministrazioni, ulteriori rispetto a quelli oggetto di pubblicazione”.

Alla domanda di accesso l’amministrazione è obbligata a rispondere entro massimo 30 giorni non derogabili.

 

Campagna informativa realizzata nell’ambito del progetto “Consapevolmente consumatore, ugualmente cittadino” finanziato dal Ministero dello sviluppo economico ai sensi del DM 7 febbraio 2018

Per maggiori informazioni sul progetto clicca qui

Visita il sito www.piusaipiusei.org

Cinzia Pollio

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