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Un giudice donna della Corte di appello di Torino era stata accusata di "reiterato, grave e ingiustificato ritardo" nel deposito delle sentenze, tanto da essere punita dal Consiglio superiore della magistratura con un provvedimento disciplinare. Ma è arrivata la sua rivincita in Cassazione, che ha accolto il suo ricorso e ha decretato che le responsabilità di quei ritardi andavano imputate alla carenza di personale ed alla disorganizzazione dell’ufficio. Continua a leggere

Valentina Ceccarelli

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