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Editoriali

La presentazione del sesto rapporto sugli esiti dell’Audit civico, tenutasi lo scorso 10 giugno presso la Biblioteca del Cnel, a Roma,  è stata l’occasione per fare un bilancio di tre importanti processi. Anzitutto, la valutazione civica di 87 aziende sanitarie realizzata ne corso del 2009 con l’intervento di oltre 1000 cittadini reclutati tramite i bandi pubblici di disponibilità. In secondo luogo, la messa a sistema della metodologia, delle procedure e dei supporti informatici realizzata con il progetto triennale condotto in collaborazione con il Ministero della salute.
Infine, la ricognizione sull’impatto dell’Audit civico sul servizio sanitario a dieci anni dalla prima applicazione sperimentale.

All'evento, realizzato in forma di workshop, hanno partecipato i principali attori del sistema sanitario nazionale, tra cui il Ministro Fazio, i cui apporti alla discussione entreranno a far parte di un volume dedicato non solo alla metodologia della analisi civica, ma anche all'apporto che la stessa può fornire per un miglioramento di offerta e qualità al servizio del cittadino.
Il rapporto finale del 2009 ha messo in evidenza un grande miglioramento nel governo della sicurezza dei pazienti e delle strutture, sebbene  la frequenza ancora troppo alta di casi di malasanità dimostri che c’è ancora molto da fare;  un’area fortemente critica nei rapporti del servizio con i cittadini, vale a dire informazione, comunicazione, tutela e partecipazione; movimenti positivi ma ancora insufficienti nella gestione del dolore, nelle malattie croniche e nell’oncologia, nella personalizzazione delle cure, nell’accessibilità, nella prevenzione e nel comfort. Soprattutto, resta una situazione generale a “macchia di leopardo” dove le eccellenze convivono con situazioni di inadempienza, trascuratezza e incapacità che, però, non vengono mai sanzionate.

Il dibattito è stato animato da molti interventi qualificati che hanno si sono concentrati prevalentemente sui rapporti fra Audit civico e governo dei servizi. E’ emerso un accordo generale sul fatto che nei suoi dieci anni di applicazione la valutazione civica ha prodotto effetti rilevanti: ha stimolato e accompagnato importanti processi di miglioramento, in particolare nella sicurezze e nelle gestione del dolore, a permesso a migliaia di cittadini di verificare direttamente l’operato delle aziende sanitarie, ha creato nuovi canali di comunicazione e nuovi strumenti di intervento ed ha aumentato la trasparenza del sistema. Gli intervenuti hanno anche messo a fuoco alcuni aspetti non ancora del tutto soddisfacenti della  metodologia, la necessità di migliorare il rapporto fra i cittadini valutatori e le direzioni aziendali, l’opportunità di esplorare nuovi campi di applicazione, in particolare nei rapporti con la sanità convenzionata e nei servizi in appalto.

Abbiamo anche registrato un accordo sostanziale sulla particolare rilevanza che la valutazione civica può assumere nella crisi in atto. Colmare il deficit di informazione e comunicazione, definendo i livelli essenziali da garantire a questo proposito, è indispensabile anche per sviluppare i servizi nel territorio e portarli ai livelli attesi. La valutazione dei direttori generali,dei dirigenti e delle performance, già prevista dalla normativa e ribadita dalla legge Brunetta, deve riconoscere il dovuto spazio ai cittadini. Sanzionare le inadempienze, anche sulla base dei dati dell’Audit civico, è una misura indispensabile per eliminare le aree di arretratezze e insufficienza che compromettono la qualità generale del servizio sanitario. E’ significativo, a questo proposito, che nel corso della riunione sia giunta la notizia che la Camera aveva appena approvato un emendamento al ddl su "Governo delle attività cliniche" che ribadiva l'impegno delle regioni a promuovere forme e strumenti di partecipazione democratica nella fase di programmazione delle politiche socio-sanitarie, mediante il coinvolgimento delle associazioni di tutela dei cittadini.

Alessio Terzi
Presidente di Cittadinanzattiva

Redazione Online

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