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Editoriali

Da circa dieci anni, quando si parla di tutelare diritti "collettivi" dei cittadini, per moda, per abitudine, a volte per mancanza di informazione, la risposta è "class action". È andata come è andata, lo sappiamo. Per quanto riguarda la possibilità di intraprendere azioni giudiziarie collettive, è slittato tutto di sei mesi. Ma, forse, qualcosa di positivo ci può essere in questo rinvio. Nella tutela messa in campo dalle organizzazioni civiche, infatti, non tutto è azione giudiziaria, non tutto si esaurisce nella class action; e sarebbe importante conoscere gli altri strumenti a disposizione, per poter usare, a seconda dei casi, quello più opportuno. Cosa troviamo nella cassetta degli attrezzi?

 

 

Potere di denuncia pubblica. È uno strumento di valore quando non si risolve in "effetti annuncio": serve, infatti, a semplificare questioni complesse, arrivando al nocciolo del problema, e raggiungendo i cittadini con messaggi corretti ma facili da comunicare.

Conciliazione. Gli accordi paritetici di conciliazione con le grandi aziende sono stati spesso, negli ultimi anni, gli unici baluardi a problemi di carattere collettivo, a fronte di una giustizia lenta e inadeguata. Si pensi al crack del risparmio: la sola attività di Cittadinanzattiva ha consentito al cittadino, alle prese con problemi di banche, bollette e pacchi postali, il recupero di 6 milioni di euro a costi zero. Non va dimenticato il notevole risparmio sulla spesa pubblica, visto che si è evitato che i cittadini intasassero ulteriormente il servizio giustizia. È di qualche giorno fa l'apertura alla conciliazione, per oltre 20 milioni di clienti Enel, dell'elettricità e del gas: si potranno gestire situazioni importanti come contestazioni per malfunzionamento di contatori e morosità. Per cogliere l'impatto di tale offerta di tutela basti solo un dato elaborato dalla Regione Lombardia: per circa 8 milioni di famiglie italiane un conguaglio errato, una negata rateizzazione significano "cadere in povertà" .

 

Accordi per la revisione della contrattualistica. È quella che Cittadinanzattiva chiama "analisi civica dei contratti". Consente di prevenire il conflitto risolvendo a monte, direttamente nel contratto, questioni problematiche per il cittadino. È uno strumento di tutela che ha un carattere collettivo, perché oggetto di revisione sono i contratti cosiddetti di massa, quelli dove il potere negoziale del singolo cittadino è pressoché nullo (servizi energetici, telefonia, assicurazioni, banche). Inoltre, a differenza dell'attività di controllo delle Camere di commercio sulle clausole vessatorie, che non ha potere vincolante, gli accordi tra aziende e organizzazioni di tutela sono vincolanti perché volontari e sottoscritti dalle parti.

Attraverso questi accordi, importanti gruppi bancari, per esempio, hanno provveduto ad abolire penali, a semplificare il linguaggio, a rivedere spese di chiusura e commissioni ancor prima che intervenisse una legge.

 

Attività di coregolamentazione. Una efficace capacità di lobby da parte delle organizzazioni civiche consente di contribuire alla regolamentazione dei mercati liberalizzati svolta dalle Autorità. Attraverso la partecipazione a consultazioni per la stesura di delibere, monitoraggi sui comportamenti scorretti delle aziende, report periodici sull'andamento di reclami e segnalazioni, le organizzazioni civiche svolgono una funzione di interesse generale così come riconosciuto dalla Costituzione italiana all'articolo 118 u.c.

L'interesse generale al quale fa riferimento l'articolo è costituito, in questo caso, da un mercato che garantisce la libera e leale concorrenza e il rispetto di standard qualitativi dei servizi e, non da ultimo, da un ruolo attivo del cittadino consumatore parte fondamentale del mercato e attore economico intorno a cui ruota il sistema.

 

Formazione e capacità di empowerment dei cittadini. È il vero investimento per una cittadinanza piena e una democrazia compiuta: impresa grande che passa anche da cose apparentemente piccole. L' organizzazione strutturata di una rete di tutela e di promozione della partecipazione civica, come ad esempio in Cittadinanzattiva il sistema dei Pit, locali e nazionale, per la salute e per i servizi, è uno straordinario potenziale di energia civica capace di cambiare il volto del Paese: intorno vi ruotano cittadini conciliatori, monitori di prezzi e tariffe, auditors della qualità dei servizi.

 

Questa strategia di tutela integrata dei diritti, questo complesso insieme di strumenti, ha bisogno della stessa attenzione mediatica, politica e culturale che si è, pur a ragione, mobilitata sul tema importantissimo della class action. È del tutto evidente che si avranno sempre armi spuntate se non si investe, culturalmente ed economicamente, per sostenere gli interventi e la qualità dei cittadini che "singoli o associati svolgono autonome iniziative di interesse generale".

 

Liliana Ciccarelli

Responsabile Ufficio nazionale di conciliazione

Redazione Online

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