Menu

Editoriali

punto_26_06_09Alle 3.32 del 6 aprile 2009 una scossa sismica distruttiva di magnitudo 5.8 della scala Richter colpiva la zona dell'Aquila. Il terremoto ha sconvolto la vita di 64mila persone rimaste senza casa, ha fatto 306 vittime (289 sotto le macerie, più altri 7 successivamente**); 64.657 le persone assistite, 20mila quelle che hanno provveduto autonomamente a un nuovo alloggio, 32.103 vivono nelle 170 tendopoli e 32.554 quelle ospitate in alberghi e nelle abitazioni private lungo la costa abruzzese.
29.751 sono state le verifiche di agibilità, realizzate al 6 maggio dalla Protezione civile; di esse il 53% ha dato esito positivo, il 15% di edifici è risultato inagibile, anche se con piccoli interventi può rientrare tra quelli agibili, il 23,6% è risultato completamente inagibile. Tra questi, il 13% sono scuole, il 15% fabbriche e imprese e il 44,2% beni culturali.
Sono ormai noti i nomi delle città più colpite dalla scossa: L'Aquila, Paganica, Tornimparte, Poggio Picense, Villa Sant'Angelo, Fossa, Castelnuovo e Onna.
Intanto non smettono le scosse. L'ultima più forte quella del 22.58 ha avuto una magnitudo di 4.5. Le località vicine all'epicentro sono state Pizzoli, Barete, L'Aquila e Cagnano Amiterno.(*)

Ricordando la visita del 5 maggio scorso ad una delle tendopoli dell'Aquila (il Com 1), due elementi sollecitano una riflessione; il primo riguarda la tenuta del nostro sistema di protezione civile. Alla Protezione civile, appunto, tutti noi abbiamo guardato con interesse, plauso e riconoscenza per la capacità con la quale hanno fronteggiato, forse per la prima volta, una emergenza di tale ampiezza e numero di persone coinvolte. Il secondo, riguarda le persone, i cittadini abruzzesi colpiti nei loro affetti e nei loro averi, frutto di una vita di lavoro e di sacrifici, sui quali incombe la rassegnazione se non resta acceso un barlume di speranza circa la possibilità concreta di ritornare nelle loro case.

In sintesi allora i problemi più pressanti riguardano le persone ed il loro futuro. Molti di loro, pur manifestando la mancanza di forza per lottare, guardano verso le giovani generazioni e sperano che essi, animati dalla forza dell'età e dalla voglia di rinascita, possano lottare anche per loro nel ricostruire le città.

Tre sono le iniziative di Cittadinanzattiva. A cura delle nostra sede di Bussi, subito dopo il sisma, due autotreni pieni di aiuti destinati e consegnati alle popolazioni abruzzesi colpite dal terremoto. Una raccolta fondi da destinare - d'intesa con il CRUI - alla realizzazione di microprogetti relativi a strutture o servizi legati al sistema universitario, come, ad esempio, biblioteche, laboratori o sale per gli studenti.
La terza iniziativa, riguarda il ruolo storico di Cittadinanzattiva che non poteva che essere legato al tempo dei cosiddetti "riflettori spenti", alla seconda fase dell'emergenza, quella che riguarda sia la (non) vita di tutti i giorni dentro le tendopoli che il futuro: dalla ricostruzione delle case alla erogazione dei servizi pubblici e della giustizia; dalla ricostruzione degli edifici pubblici alla ricostruzione della verità e delle responsabilità che hanno reso più pesante questo immane disastro. Si tratta quindi dell'informazione, dell'ascolto dei cittadini abruzzesi e della tutela dei loro diritti mettendo a frutto trent'anni di lavoro e di esperienza dei PiT.
Un impegno da realizzare in collaborazione con Linea Amica, il progetto di Contact Center Multicanale della P.A. del Formez su incarico del Dipartimento della Funzione Pubblica per facilitare i rapporti tra cittadini e amministrazioni, con il quale il 15 giugno scorso è stato sottoscritto un accordo. A tutela dei cittadini abruzzesi, sono stati attivati:

  • il 19 giugno, Parco UNICEF in via Strinella, presso la tenda del Comitato 3e32, un punto di ascolto, informazione e tutela, gestito dai volontari di Cittadinanzattiva Abruzzo (aperto lunedì, mercoledì e venerdì dalle 10 alle 12);
  • da martedì 22 giugno, nell'ambito della collaborazione con il Formez, una postazione gestita da Cittadinanzattiva Abruzzo all'interno del Camper di Linea Amica. Il Camper raggiungerà anche i cittadini che vivono nelle varie tendopoli e negli altri paesi colpiti dal sisma;
  • una sala operativa presso la sede nazionale, composta dai Servizi PiT - salute, servizi, giustizia - che fungerà, in collaborazione con il Formez, da back office a sostegno delle attività di ascolto dei cittadini svolte dai nostri volontari e da Linea Amica in Abruzzo.

Mimma Modica Alberti
Coordinatore nazionale Giustizia per i Diritti e responsabile della tutela per l'Abruzzo


* fonti: sito della Protezione civile; ** quotidiani

Redazione Online

Iscriviti alla newsletter

Valore non valido

Valore non valido

Valore non valido

Valore non valido

Valore non valido

Valore non valido


Valore non valido

Valore non valido