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Editoriali

cambiamento 2015 02 18

Senza dubbio le elezioni appena passate saranno ricordate per molto tempo nel nostro paese. Il bisogno, la voglia, la necessità di un cambiamento sono arrivati come un segnale fortissimo in parlamento e si sono espressi con geometrica chiarezza nelle cabine elettorali.
Una discreta fetta dei riti, dei personaggi e del detto/non detto tipici della scuola politica del nostro paese si sono semplicemente dissolti in due giorni. Questa è la chiara percezione di una grande parte dell’Italia, a cui fa da contrasto un quadro imbarazzante relativo ai commenti dei partiti “tradizionali” nel post voto. Come al solito tutti hanno vinto….”almeno un po’”.

 

La coalizione del Partito Democratico ha prevalso di poco alla Camera e al Senato, ma ha perso oltre 6 milioni di voti. La coalizione del Pdl ha tenuto e il segretario Alfano ieri dichiarava che il vero vincitore delle elezioni, insieme a Grillo, era Berlusconi che aveva appena perso oltre 10 milioni di voti. Contento lui…
La dichiarazione forse più ilare è stata quella del vice segretario della Lega on. Stucchi che dichiarava, a fronte di un partito che dimezzava, e oltre, i voti in tutti i propri territori, che era vero che vi era stato un arretramento rispetto al 2008, ma che si era in crescita rispetto al 2001…
A fronte di tutto questo vi è stata una affermazione netta, chiara, del Movimento 5 Stelle con cui tutti dovranno fare i conti. Parlare di voto di protesta non solo è riduttivo ma credo sbagliato. Concordo con Grillo quando dice che il merito del Movimento 5 Stelle è stato quello di incanalare una grande rabbia popolare in un percorso democratico; un percorso che ha tante sfaccettature interessanti, dal desiderio di “partecipare”, alla costruzione di una ”agenda politica” nuova,  all’idea che ci sono altri modi di finanziare la politica, al fatto che non bisogna essere professionisti e cooptati per accedere al nostro parlamento.
È un fortissimo segnale che arriva dopo il grande dibattito che vi è stato nel paese in occasione delle primarie del Partito Democratico, l’altro evento di riavvicinamento delle persone alla politica che ha permesso di discutere, di confrontarsi e di scegliersi il proprio candidato presidente  del Consiglio.
Molte cose cambieranno e dovranno cambiare. La legge elettorale è una vergogna nazionale e, dopo questo risultato elettorale, fa emergere in modo ancora più stridente il fatto che vi siano “nominati” e non eletti.
I privilegi di gruppo/casta non sono più sostenibili ed è ridicolo che si continui a dire che si possono fare una serie di riforme rapidamente, come il taglio dei parlamentari, il taglio delle pensioni, il taglio delle indennità, il taglio delle province (che risorgono periodicamente quando stanno per scomparire come un novello Lazzaro…). Tutte le cose citate appartengono praticamente ai programmi di tutte le forze politiche presenti in parlamento, salvo che nessuno nelle ultime 2 legislature ci abbia messo mano: c’era sempre qualcosa, un voto, un codicillo che mancava….
È evidente che la mancanza di fiducia dei cittadini ha innescato un cambiamento che forse avrà effetti sia sui partiti tradizionali, per spingerli a cambiare (credo sia l’ultima possibilità che hanno) ma anche sul rapporto tra parlamento e comunità.
Commentatori vari in queste ore parlano della differenza tra protestare a governare e aspettano M5S al varco: credo che avranno delle sorprese e che “l’inesperienza” grillina sarà utile a tutti. Piuttosto quello che ora i cittadini si aspettano è che si governi. Le emergenze di cui si è parlato in campagna elettorale, disoccupazione, servizi sanitari e sociali, sostegno alle famiglie, equità fiscale, lotta alla corruzione, taglio dei privilegi non possono più aspettare.
È fondamentale che si creino le condizioni affinché da subito si faccia una “agenda” che nei prossimi mesi affronti in modo trasparente e puntuale alcuni punti, perché non c’è tempo da perdere. E su questa agenda si crei una alleanza tra cittadini ed istituzioni.
Credo che anche le organizzazioni della cittadinanza attiva debbano contribuire a costruire e verificare il rispetto di questa agenda partendo dal fatto che, e questo i parlamentari e i leader di M5S lo sanno bene, senza dubbio bisogna garantire trasparenza al parlamento e al governo ma bisogna anche governare facendo subito “scelte di campo”.
Anche il mondo della cittadinanza attiva è chiamato a crescere e a rinnovars,i raccogliendo la sfida di un paese che cambia rapidamente. Noi ci impegneremo al massimo per essere parte di questo percorso.
Milioni di persone hanno votato per avere una certezza di cambiamento perché il tempo delle speranze è finito. Far finta che non ci sia stato niente sarebbe non solo imperdonabile, ma il peggior errore che la politica possa fare.

 

 

Antonio Gaudioso, Segretario Generale Cittadinanzattiva Onlus

Antonio Gaudioso

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