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Editoriali

punto_24_06_2010

Alle 3 e 32 del 6 aprile una scossa di terremoto di intensità 6.3 ha devastato L’Aquila ed altri paesi vicini. Drammatico il bilancio: 308 morti e 1500 feriti, più di 50 mila i senza tetto. Il centro storico de L’Aquila e la sua storia cancellati in 30 terribili secondi. Abbiamo chiesto al segretario regionale dell'Abruzzo di raccontarci l'impegno degli attivisti di Cittadinanzattiva della Regione e del nazionale, gli scogli superati, le sfide ancora in campo.

Dalla paura alle prime risposte

“Dopo una notte molto difficile, passata a rincorrere notizie sugli amici di Cittadinanzattiva della Regione, la mattina sono stato contattato dal nostro segretario generale e dal Presidente  per valutare insieme se e come muoversi subito. Suggerivo, avendo avuto in passato esperienze di soccorsi in terremoto, di non intralciare il lavoro della Protezione Civile e dei Vigili del Fuoco, ma si decideva di organizzare la macchina della solidarietà. I primi risultati, per fortuna, non hanno stentato ad arrivare. Il 12 aprile,  da Cittadinanzattiva di Bussi partivano due TIR carichi di pannolini, carta igienica, carta assorbente e salviette igieniche donate dallo stabilimento Kimberly di Alanno.

Dopo altri 9 giorni, il 21 aprile, abbiamo organizzato un incontro sotto la tenda della Caritas  a cui hanno partecipato, oltre al nostro Presidente, anche un dirigente del For.Mez e Francesca D’Emilio (poi diventata leader del nostro gruppo operante in favore dei terremotati), al fine di organizzare punti di ascolto all’interno delle tendopoli.

In quella circostanza ci ponemmo da subito il problema dei controlli sulla macchina della ricostruzione e sui fondi che sarebbero arrivati, così come garantire il sostegno legale che avremmo dovuto offrire per eventuali azioni di tutela ai familiari delle vittime e studio delle eventuali costituzioni di parte civile (in atto ce ne sono relative a tre fatti luttuosi).

Nei giorni successivi constatammo con amarezza a difficoltà di entrare nelle tendopoli, luoghi a noi interdetti, nonostante la stretta collaborazione con la Protezione Civile; il regime di sorveglianza stretta a cui erano sottoposti “i campeggiatori” (così definiti con una battuta di una nota personalità i terremotati) non tollerava ingerenze esterne e soprattutto democratiche e di tutela di diritti; fortunatamente nelle  170 tendopoli riuscimmo a trovare referenti che ci hanno aiutato a conoscere la verità della vita negli accampamenti.

Negli stessi giorni avviamo la collaborazione con un Comitato spontaneo,  il 3e32, con   base in una tenda in Via Strinella, e con una efficace mailing list di scambio informazioni tra i cittadini “accampati”.  Il 19 giugno, proprio in quella tenda, organizzammo quindi un incontro tra noi, il Comitato 3e32, esponenti del Formez e della Protezione Civile e i cittadini per parlare con gli aquilani e la stampa non solo per annunciare la creazione in collaborazione di Punti di Ascolto, ma anche fornire informazioni dalle fonti dirette in un momento di confusione mediatica. In quella stessa occasione creammo il primo punto, con il supporto di un back office a Roma, seguito poi da quello degli Avv. ti Rossi e Peretti.

In pratica, demmo vita così ad un team di sette aderenti al movimento, tutti de L'Aquila, di cui quattro avvocati, un commercialista, una psicologa ed un'assistente sanitaria che, in forza di un protocollo d'intesa siglato con il Ministero della P.A e Innovazione ha fornito e fornisce tuttora gratuitamente assistenza legale, fiscale, psicologica ecc. a tutti coloro che, avendo diritto ai benefici ed aiuti concessi dallo Stato ed Istituzioni varie, hanno difficoltà a districarsi nella selva di decreti, leggi, ordinanze, delibere ecc. che li regolamentano.

Il Responsabile di Cittadinanzattiva di Teramo, Di Benedetto, promotore della collaborazione con il 3e32, si occupava di logistica, di benessere e di cultura, promuovendo nei campi di Collemaggio e Centi Colella (unici due praticabili in quanto autogestiti),  per i terremotati momenti di svago e divertimento come sagre di porchetta (offerti da enti teramani), proiezione di film e persino balli latino americani.

Purtroppo, in quello stesso periodo iniziava uno degli aspetti più odiosi del dopo-terremoto, cioé la disinformazione. La stampa ha cominciato ad essere imbrigliata e imbavagliata e trasmetteva notizie “solo di facciata”. Per mesi quindi solo email di passa parola hanno costituito quella che io ho definito controinformazione; ciò poteva avvenire grazie al rapporto instaurato con Venti e Don Ciotti di Libera e con altre associazioni spontanee che sono nate con il terremoto.

Cittadinanzattiva, nazionale e regionale, si sono quindi impegnate incessantemente in riunioni con la Protezione Civile per definire progetti ed attività, ma quello che con fatica la nostra Teresa Petrangolini otteneva al livello nazionale si perdeva poi nei tranelli  appositamente preparati dalla burocrazia.

Per fare un esempio: una nostra delegazione era andata alla annuale Festa Provinciale di Cittadinanzattiva di Riva del Garda (non finirò mai di ringraziare il segretario Provinciale, Pietro Fabbri, per la ospitalità e disponibilità costantemente mostrata) ed aveva riportato regali per la Befana con l'intenzione di distribuirli ai bambini delle famiglie ospitate nella Caserma della G. di Finanza; la Protezione Civile non ha consentito……! Abbiamo dovuto organizzare la consegna in alcune scuole elementari.

Nel frattempo, la tenda di Via Strinella del gruppo 3e32 veniva spostata all’ ex manicomio (detto Casematte) ove continua ad operare anche con la collaborazione di Vincenzo Di Benedetto.

Moltissimi sono stati e sono gli interventi svolti e che continuiamo a svolgere in favore della popolazione terremotata; noi di Cittadinanzattiva vigiliamo e saremo buoni testimoni, come sempre, della realtà dei fatti, aderendo, come già abbiamo fatto, a tutte le iniziative che possono portare trasparenza e realtà.

Tanto si è scritto sulla situazione abruzzese che, per questa volta, vorrei mettere da parte l’analisi e parlarne come in un colloquio che racconta di un anno e collega oggi e ieri prendendo spunto dai fatti e dalle molte mail che arrivano a Cittadinanzattiva. Il terremoto aquilano, il più ripreso e fotografato nella storia, rischia, purtroppo, di diventare nella cruciale fase della ricostruzione, una equivoca fiction televisiva. Con il rischio che tutti i problemi saranno risolti, e tutti gli sfollati non saranno più tali, allorché il 50% per cento più uno dei telespettatori sarà convinto di ciò.

Aldo Cerulli

Segretario regionale di Cittadinanzattiva Abruzzo

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Redazione Online

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