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Editoriali

votoPerché ci interessa il partito democratico? di Teresa Petrangolini

Con il Manifesto della cittadinanza attiva - redatto nel 2006 in vista delle elezioni di aprile - abbiamo espresso il nostro punto di vista sulla politica, con priorità e programmi. Il significato più profondo del nostro impegno sta nel titolo: "Per una nuova classe dirigente". E nell’intento: l’idea che l’attuale classe dirigente sia inadeguata a guidare il paese e che una delle strade possibili sia quella di trasferire poteri...


...risorse e spazi - impropriamente e pervasivamente occupati dalla rappresentanza politica - alla società e ai cittadini...ambiente nel quale sta nascendo una nuova classe dirigente. Fare questo significa voler bene al proprio paese.

 

Ecco perché Cittadinanzattiva non può restare indifferente al percorso che una parte del sistema politico sta facendo – mi riferisco al processo di fondazione del Partito Democratico - per rinnovare se stessa sotto la pressione di una opinione pubblica sempre più ostile alla classe politica. Certo, non ci facciamo eccessive illusioni circa l'effettiva capacità di rinnovamento degli attuali quadri politici del centrosinistra, ma è nostro dovere comunque provarci.

 

Com’è noto, infatti, in molte occasioni (nei documenti, nei Congressi, nei seminari), abbiamo ribadito e votato il nostro desiderio di essere “interlocutori” dei processi seri di riforma, anche per favorire - qualora ce ne fosse la possibilità - l'apertura verso pratiche, politiche e temi più vicini ai cittadini e per contribuire a migliorare il modo in cui si fa politica in Italia. Noi siamo parte della classe dirigente del paese e in questa veste abbiamo il compito di "pungolare" la politica ad aprire le agende e gli spazi alla partecipazione civica.

 

Ma il nostro stile resta lo stesso di sempre. Da sempre, infatti, Cittadinanzattiva è un soggetto autonomo: uno dei valori su cui si fonda è proprio l'indipendenza da partiti, sindacati e imprese, e la scommessa di essere un soggetto che fa politica fuori dalle logiche tradizionali della partecipazione istituzionale, che fa politica restando costituito da cittadini “comuni”. Allo stesso tempo, questo stesso spirito critico, ma aperto al confronto e al dialogo, deve riguardare ogni tipo di rapporto. Qualora nel centrodestra si aprissero processi di rinnovamento analoghi, Cittadinanzattiva ne sarebbe interessata e promuoverebbe rapporti ed interlocuzioni.

 

Nel frattempo, ci attendiamo che il futuro Partito Democratico si misuri sulle questioni che toccano direttamente i cittadini e non sulle dinamiche interne di potere. Abbiamo salutato con interesse il dibattito apertosi nel centrosinistra su questo tema. Siamo stati anche invitati in alcune occasioni e continueremo a praticare questo dialogo, per fare da sponda a chi – non sono pochissimi – credono che questa nuova formazione debba nascere con un forte spirito civico, aprendo le porte anche a istanze nuove, e soprattutto non provenienti dalla vecchia nomenclatura dei partiti. Vorrei chiarire, se ce ne è bisogno, che dialogare non significa entrare; che dare il proprio contributo di idee non vuol dire sposare la causa. Ma sono convinta che sarebbe un errore per il nostro Movimento non cimentarsi con questa sfida, interpretando la nostra indipendenza come indifferenza.

 

Forte di queste convinzioni, il movimento ha ricevuto un invito a collaborare da parte dei tre principali candidati alle primarie del Partito democratico (Veltroni, Bindi e Letta) e ha accettato l’avvio di un dialogo a livello nazionale, regionale e locale. Ad ognuno abbiamo ribadito la nostra impossibilità a schierarci come Movimento e a candidare persone che rivestono cariche istituzionali. Allo stesso tempo, siamo disponibili a dare il nostro contributo per programmi, iniziative e quant'altro. Tra le disponibilità che abbiamo offerto c'è stata anche quella di verificare se al livello territoriale ci fossero persone dell'area del nostro Movimento interessate a partecipare all'assemblea costituente e alle primarie.

 

In questi anni, Cittadinanzattiva ha aperto una nuova strada dell’agire pubblico, che ha come protagonisti i cittadini. Non escludo che qualcuno di noi possa ambire ad incarichi importanti, e non considero questo un male. Voglio solo affermare che essere classe dirigente è una impresa collettiva, tesa ad allargare la cerchia degli attori e a cambiare le agende della politica. Significa sentirsi padroni in casa propria, come recita il titolo del nostro Congresso, e non ospiti indesiderati, ovunque ci si trovi. E’ una nuova cultura e un nuovo stile, in cui, ad esempio, contano le persone e i comportamenti e non solo i risultati a qualunque costo; in cui i compromessi sono mediazioni e non inciuci; in cui ascoltare è una virtù e non una perdita di tempo; in cui non si vince da soli. Questo stile serve al paese per venire fuori dalla crisi in cui si trova ed è l’unico che conosciamo per dialogare con i soggetti politici che ce lo chiedono.

 

Leggi la lettera che Gregorio Arena, Presidente uscente di Cittadinanzattiva, ha scritto rivolgendosi agli aderenti di Cittadinanzattiva sulla sua scelta di candidarsi al Partito democratico.

 

Redazione Online

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