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Assegnato il Premio Buone Pratiche Andrea Alesini 2012 per l’umanizzazione delle cure: 120 progetti da tutta Italia, 3 vincitori, 10 menzionati.

C’è una buona sanità che è diffusa in tutto il Paese e, in tempi di risorse economiche scarse, deve venir fuori e avanzare anche laddove non esiste. I testimoni sono i 120 progetti provenienti da tutta Italia che hanno concorso al Premio Alesini 2012 “Buone pratiche per l’umanizzazione delle cure” promosso dal Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva, con il contributo non condizionato di Farmindustria, e consegnato oggi a Roma, durante la presentazione del XV Rapporto Pit Salute.

“La buona sanità esiste e  resiste, anche in tempi di spending review”, ha dichiarato Giuseppe Scaramuzza, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato. “Nonostante le risorse limitate, dal punto di vista finanziario e tecnico, i progetti del Premio mostrano che, puntando sulla valorizzazione delle risorse umane e sulle competenze, è possibile realizzare una sanità a misura di cittadino. Oltre a dar forza ai disservizi segnalati dai cittadini, l’impegno della nostra organizzazione è quello di mostrare e diffondere le buone pratiche presenti in maniera capillare sul nostra paese, ma spesso poco conosciute”.
Accesso alle cure palliative, gestione delle dimissioni ospedaliere, pediatria, mediazione culturale e presa in carico, sono i temi centrali dei 12 progetti, di cui tre vincitori e dieci menzionati, dell’edizione annuale del Premio Alesini che per il 2012 aveva come focus la integrazione socio-sanitaria e la presa in carico sul territorio.
Primo classificato: "Impatto dell'istituzione di un Nucleo Cure Palliative sull'andamento dei ricoveri ospedalieri e sulla sede del decesso di pazienti oncologici in fase di fine vita" promosso dalla Unità operativa semplice dipartimentale Nucleo Cure palliative della ULSS 5 di Vicenza.
Il progetto si è distinto per aver messo in atto azioni concrete volte al miglioramento della qualità di vita dei malati in fase terminale e consentire loro di mantenere i contatti con il proprio mondo relazionale e contesto sociale; per aver facilitato il dialogo ospedale-territorio, coinvolgendo nel nucleo di cure palliative medici di medicina generale, ospedale, strutture territoriali; per aver tradotto in azioni alcuni dei diritti sanciti dalla l. 38/10, ad esempio la formazione modulare, l’incremento dell’attenzione al trattamento del dolore anche nelle cure domiciliari, con riduzione dei ricoveri negli ultimi 90 giorni di vita e nell’uso dei farmaci oppiodi, incrementato dell’80% dal 2009.
Secondo classificato: "Percorso di integrazione dimissione interaziendale strutture di degenza" promosso dalla struttura di Risk management Azienda Ospedali Riuniti di Ancona.
Il progetto si propone di accompagnare il paziente nel suo percorso assistenziale garantendogli una costante assistenza nel passaggio di presa in carico al territorio; l’obiettivo è creare una procedura comune sul territorio di Ancona per il trattamento e la prevenzione delle recidive, attraverso la documentazione sanitaria, non solo in ospedale, ma anche nelle fasi di controllo ambulatoriale, nell’assistenza a domicilio, nella riabilitazione; prevede inoltre strumenti utili per i cittadini su cosa sapere, cosa fare e a chi rivolgersi dopo il rientro a casa;
Terzo classificato: “Dimissioni Protette: lo SNODO” promosso dal Distretto socio-sanitario 1 sud est di Vigonza, Ulss 15 di Padova.
Il progetto, facilmente riproducibile in altre realtà, presta attenzione alla vita ed alla presa in carico delle persone al momento della dimissione, favorendo l’integrazione ospedale territorio non solo dal punto di vista clinico o infermieristico, ma anche considerando i bisogni sociali della persona fragile: l’obiettivo realizzato è la costruzione di un punto di snodo che raccoglie le esigenze di dimissioni ospedaliere protette monitorando le domande, i bisogni e gli esiti dell’intero processo, anche coinvolgendo i cittadini affinchè il servizio erogato sia sempre più adeguato ai reali bisogni della persona fragile.

 

Menzioni speciali sono andate, inoltre, a dieci progetti di cui uno nell’area della pediatria: “Umanizzazione assistenza e cure in cardiologia pediatrica" (Azienda ospedaliera “G. Brotzu” di Cagliari); tre nell’area della mediazione culturale: “Mediazione linguistico interculturale nell'azione socio-sanitaria” (Azienda ULSS 20 di Verona); “Guida ai servizi sanitari per persone straniere residenti in Italia” (Azienda Ospedaliera Città della Salute e delle Scienze di Torino); “Salute per tutti: l’interculturalità nell’umanizzazione delle cure e nei processi organizzativi” (Azienda ospedaliera di Padova); cinque progetti sul tema della presa in carico: “Le cure del domani per vivere oggi” (Progetto ADIR Messina); “Integrazione multi professionale in miniequipe allargate al privato sociale” (Azienda Sanitaria ULSS3 di Bassano del Grappa – dipartimento di salute mentale); “Percorso per gestanti che rifiutano il parto spontaneo” (Unità Operativa Complessa Ostetricia e ginecologia, Ospedale S. Maria Goretti, AUSL Latina); “PID Pronto Intervento Diagnostico” (USC di Oncologia di Bergamo); “Stomadom” (A.S.I.V. - Associazione stomizzati incontinenti Varese). Menzione speciale, infine, alla Asl di Modena per la sua capacità di reagire ed affrontare l’emergenza terremoto del maggio 2012.

Redazione Online

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