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Cittadinanzattiva scrive a Del Rio su Codice Appalti: necessario seguire parere del Consiglio di Stato per più trasparenza, maggiore semplificazione e inserire obbligatorietà immediata del dibattito pubblico sulle grandi opere
Questa mattina Cittadinanzattiva ha inviato al Ministro Del Rio le proprie osservazioni in merito al cosiddetto Codice degli appalti.

Riportiamo di seguito le principali proposte avanzate dall’associazione.

1. In linea con il parere espresso dal Consiglio di Stato (emesso il 21/3/16, numero 855), esprimiamo massima preoccupazione in merito all’iter di attuazione del Codice degli appalti, poiché non sono state  definite procedure e modalità di primaria importanza, né ben formulati aspetti secondari. Infatti, sono da prevedere una serie di decreti correttivi oltre a quelli attuativi, nonché la redazione di Linee Guida dell’ Anac, un lavoro, questo, che potrebbe rallentare l’applicazione delle nuove norme e generare, almeno fino a che il quadro regolamentare non sarà completato, una grande confusione.

2. Semplificazione, chiarezza e uniformità del linguaggio Il testo attuale e, soprattutto, la formulazione dei vari articoli, non sembrano andare nella direzione di quel quadro complessivo nel quale dovrebbero risiedere la semplificazione, la certezza delle regole e la prevenzione-riduzione del contenzioso.  Riteniamo necessario uno sforzo di maggiore chiarezza e uniformità di linguaggio nel Codice e di raccordo delle norme ivi contenute con altre leggi, poiché si potrebbe generare confusione o addirittura conflittualità con altra normativa vigente.

3. Affidamenti sotto soglia e procedura negoziata In merito al tema degli affidamenti, la riforma prevede che per quelli che oscillano tra i 40mila e i 150mila euro si possa ricorrere alla procedura negoziata. Invece, tra 150mila e un milione di euro, sarà possibile la trattativa privata, consultando prima almeno 10 operatori. Ci sembra che in questo modo si torni a far ricorso a procedure “in deroga” alle norme generali, con il rischio che si creino condizioni che in qualche modo favoriscano una maggiore “opacità” negli affidamenti. Particolare attenzione va posta poi alle deroghe concesse per agli appalti della protezione civile. Anche in questo caso riteniamo che le procedure in deroga possano favorire il proliferare di fenomeni corruttivi.

4. Dibattito pubblico e partecipazione dei cittadini. Sebbene giudichiamo positivamente l’introduzione dello strumento del dibattito pubblico c obbligatorio per grandi opere infrastrutturali, ci saremmo aspettati che fosse dato maggiore rilievo al parere delle comunità locali che, invece, si precisa non essere vincolante e da valutare in fase di   definizione del progetto definitivo. Sarebbe invece auspicabile anche in questo caso seguire il parere del Consiglio di Stato, rendendo il parere obbligatorio e vincolante per dare un peso reale alle opinioni dei territori, e definendo in modo chiaro chi debba partecipare e le modalità. Riteniamo che la presenza dei cittadini debba essere rafforzata nelle varie fasi del procedimento, soprattutto a monte e non a valle dei processi. Una maggiore trasparenza in tutte le fasi, infatti, oltre ad agevolare l’attività di vigilanza da parte delle istituzioni preposte al controllo della regolarità degli affidamenti, permette anche un controllo diffuso sui singoli atti da parte dei concorrenti che si ritengano ingiustamente esclusi o penalizzati dalla procedura adottata, e dei singoli cittadini che possono verificare come le amministrazioni spendano le risorse pubbliche loro affidate. La presenza dei cittadini e delle loro rappresentanze dovrebbe essere formalizzata già nella fase dei consulti tecnici pubblici o esternalizzati. Proponiamo, dunque, che si formalizzi la presenza dei i cittadini sin dalle prime fasi del procedimento, a partire dalle verifiche sull’effettiva utilità dell’opera. Le verifiche di trasparenza da parte dei cittadini dovrebbero poi proseguire durante la realizzazione dell’opera e terminare con la verifica dell'effettivo  ompletamento a regola d’arte dell'opera stessa e della sua effettiva fruibilità. Il parere dei cittadini dovrebbe essere sempre reso pubblico e ne dovrebbe rimanere traccia anche se, chiaramente, la decisione ultima spetta all’amministrazione.

Cittadinanzattiva esprime le proprie preoccupazioni in merito alla eventuale approvazione del Dlgs senza gli ulteriori miglioramenti indicati, così come per il decreto sulla trasparenza amministrativa (il cosiddetto FOIA italiano), perché  tali provvedimenti rischiano di introdurre all’interno del nostro ordinamento procedure meno trasparenti e più farraginose di quelle esistenti, e che di fatto escludono i cittadini da un reale potere di verifica e controllo sugli atti amministrativi 

Ufficio Stampa

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