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Approfondimenti

Intervista al Responsabile del poliambulatorio presso il quartiere “La Esperanza” di Cartagena

Larry Javier Laza Barrios è il coordinatore del centro di salute (chiamato CAP – Centro de Atención Primaria) presente nel quartiere “La Esperanza”, dotato di posti letto, struttura pubblica che ospita la sede del Tribunale per i diritti del malato di Cartagena.

1. Buongiorno, che tipo di servizi fornisce il poliambulatorio da lei diretto ai cittadini in tema di salute?
Il CAP offre servizi primari: medicina generale, urgenze di bassa complessità, cure di igiene dentale, vaccini, fisioterapia, infermieristica, promozione e prevenzione. Il CAP ha una struttura formata da un coordinatore e da due capo infermiere: una di esse è incaricata del servizio di urgenze e pronto soccorso, l’altra di visite a domicilio, promozione e prevenzione.

 

2. Da più di due anni il CAP La Esperanza ospita la sede del Tribunale per i diritti del malato di Cartagena (ora Corporacion Tribunal de Derechos). Perché questa decisione di offrire una sede?
È una buona opportunità affinché la comunità si preoccupi e partecipi nel rafforzamento dei diritti e dei doveri di ogni cittadino che si rivolge a noi per dei servizi. Inoltre è un punto di forza avere la sede del Tribunale presso il CAP perché serve a noi coordinatori del centro contare su un gruppo di persone che possiamo definire “facilitatori” del processo di informazione  e attenzione agli utenti. Personalmente ritengo che siano più i pregi che non i difetti quelli che ha quest’attività, e ritengo importante estendere la loro attività anche a livello di altri centri di salute della città, come una strategia di rafforzamento di una attenzione dignitosa ai cittadini presso i centri di salute della ESE Cartagena de Indias (Empresa Social del Estado del primer nivel de atención, equivalente alla ASL italiana).

3.Come hanno reagito a questa novità i professionisti dell’ambito sanitario (medici, infermieri, etc.) che lavorano al CAP La Esperanza?

All’inizio ci sono state barriere tra il Tribunale e il corpo medico, in quanto quest’ultimo vedeva i componenti del Tribunale come una sorta di ispettori delle loro attività. Tuttavia, da quando io sono responsabile del coordinamento delle attività del CAP, l’interazione tra il Tribunale e il corpo medico e paramedico è molto dinamica e di mutua collaborazione. Credo che i limiti o le barriere o i pregiudizi iniziali non ci siano più e ora regna una totale armonia e collaborazione che si riflette in un buon orientamento e collaborazione verso e con l’utente finale del servizio.

4.Cosa dicono i cittadini/pazienti che sono venuiti a contatto con il Tribunale per i diritti del malato nel CAP La Esperanza?
Credo che i commenti della comunità debbano essere positivi visto che il Tribunale fornisce orientamento e informazioni e non prende posizione nelle controversie. Si tratta di essere mediatori e facilitatori di soluzioni alle problematiche e non diventare fonte di problemi ulteriori. Al momento ci sono, per quanto io sappia, commenti positivi che vanno a beneficio e rafforzamento del lavoro che svolge il Tribunale in difesa degli utenti.

5.La presenza del Tribunale per i diritti del malato è una buona pratica di cittadinanza attiva  che lei continuerà a suggerire e promuoverà a colleghi di altri CAP a Cartagena e tra i cittadini? Come può appoggiarlo perché si diffonda?
Il mio contributo al Tribunale è stato significativo in quanto ci siamo dati il compito di impegnarci nel rafforzare la conoscenza tra i suoi volontari del funzionamento del sistema generale di salute pubblica,  e questo si riflette nella buona attività di assistenza e orientamento che siamo così in grado di dare agli utenti che necessitano dei nostri servizi. Credo che per il resto dei centri di salute della ESE Cartagena de Indias questo sia di grande valore e aiuto in quanto permette di contribuire, con un buon orientamento e formazione dei suoi volontari, a promulgare e difendere i diritti degli utenti e di tutte le persone nel sistema generale della salute pubblica.

Intervista a cura di Mariano Votta, Direttore Active Citizenship Network News, agosto 2014,con la collaborazione di Carlos Ceballos.

Redazione Online

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