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È successo a Firenze, dove un giudice ha adottato un provvedimento di scarcerazione anticipata nei confronti di un detenuto e risarcito lo stesso perché recluso in violazione dei principi dettati dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Secondo il magistrato, il detenuto ha patito una detenzione “inumana e degradante”, costretto a vivere in una cella troppo piccola, con nessuna libertà di movimento, senza acqua calda, con escrementi, scarafaggi, muffe alle pareti, cibo pessimo.

Queste le ragioni che hanno spinto il carcerato, attraverso il suo legale, a fare causa allo Stato, sulla scorta della famosa sentenza pilota “Torreggiani” con cui l’Italia era stata condannata nel 2013 dalla Corte Europea a porre rimedio al problema del sovraffollamento degli istituti penitenziari. Un precedente importante dunque, che apre la strada a possibili innumerevoli ricorsi. Per saperne di più vai su www.firenze.repubblica.it

Valentina Ceccarelli

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