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Cittadinanzattiva, LasciateCIEntrare e Libera notificano un’istanza di accesso civico al Ministero dell’Interno, per chiedere trasparenza sul sistema di accoglienza di immigrati e richiedenti asilo, a cominciare dalla gestione dei Centri di Accoglienza straordinaria.

A maggio 2015 nei cosiddetti C.A.S. (centri di accoglienza straordinaria) sarebbero ospitate 42.000 persone, sulla base di convenzioni puntualmente prorogate.  Tuttavia, non esiste neppure un elenco pubblico di tali strutture, della loro ubicazione, di chi le gestisce. Non vi è trasparenza sugli affidamenti, sui finanziamenti, sul rispetto degli standard di erogazione dei servizi previsti da convenzioni e capitolati d’appalto. 

In Italia l’accoglienza dei migranti, richiedenti asilo e profughi è sempre stata gestita secondo le logiche dell’emergenza, dei piani straordinari, delle soluzioni tampone e degli interventi provvisori. L’assenza di una programmazione e di una politica governativa organica sull’accoglienza ha generato un sistema ibrido, che vede coinvolti attori diversi- dagli enti pubblici al privato sociale all’imprenditoria privata-in una stratificazione di interventi eterogenei e privi di una regia coordinata, soprattutto in assenza di una logica e di una strategia a livello “nazionale”.

La scelta della gestione emergenziale consente spesso di scavalcare regole e procedure ordinarie nell’affidamento dei servizi, rende totalmente opaca la assegnazione di appalti e finanziamenti pubblici, abbassa il livello dei controlli pubblici sulla realizzazione degli interventi rivolti ai migranti, produce sacche di speculazione privata e terreno fertile per infiltrazioni criminali. Senza considerare l’effettiva qualità dei servizi erogati ai migranti stessi, quando e dove erogati. Una scelta che si traduce nella mera ricerca di sistemazioni provvisorie per chi arriva, trasformando di fatto l’accoglienza dei richiedenti asilo in un enorme business.

Negli ultimi anni, al sistema dei centri governativi di accoglienza, cd CARA  e CDA ed alla rete comunale dello SPRAR si è sovrapposto un sistema “informale” di centri temporanei, cd CAS, fatto di strutture eterogenee dislocate su tutto il territorio nazionale, affidate in gestione ai soggetti più diversi: Comuni, realtà del terzo settore, imprenditori privati.

In questo quadro così variegato, al di là di singole esperienze virtuose, ci risulta che molte di queste strutture sono del tutto inidonee all’accoglienza. Addirittura emergono diversi casi di centri fatiscenti, carenti di condizioni igieniche e di sicurezza minimamente adeguate sia per gli ospiti che per i lavoratori ed i volontari che vi operano. Così come il rispetto degli “standard sanitari”, fondamentale per i migranti per gli operatori impegnati nei centri, nonché per la cittadinanza, risulta del tutto insufficiente, spesso del tutto carente. 

Siamo convinti che l’accoglienza dei profughi sia un compito irrinunciabile di questo Paese, ma che si possa e si debba promuovere un sistema stabile ed ordinario di accoglienza, con una gestione trasparente di risorse economiche ed umane, che garantisca condizioni di vita dignitose, servizi di qualità e che sia soprattutto finalizzato a rimettere al centro la protezione dei diritti di chi vi è ospitato.

Siamo altrettanto convinti che sul sistema dell’accoglienza dei migranti, a cominciare dai centri straordinari, occorra anzitutto una grande operazione di trasparenza, quale condizione di partenza per la promozione di un controllo civico sulla gestione di strutture e servizi. 

Per queste ragioni abbiamo notificato al Ministero dell’Interno un’istanza di accesso civico, ai sensi del D.lgs  33/13 sulla trasparenza della Pubblica Amministrazione, chiedendo la pubblicazione dell’elenco dei CAS presenti sul territorio nazionale, degli enti gestori, di informazioni inerenti gare, convenzioni, rendicontazioni, esiti delle attività di monitoraggio sui servizi erogati.  Proseguiremo rivolgendo istanze di accesso civico a tutte le Prefetture italiane.

Ufficio Stampa

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